screening

L'ultimo film di Darren Aronofsky, in concorso a Venezia 74, tenta di mettere in scena la lotta di una donna contro un mondo sul baratro dell'apocalisse: ma l’apocalisse è il film stesso, uno dei più discutibili nella carriera del regista.

Il remake di The Beguiled di Don Siegel diventa per Sofia Coppola un dramma intimo, asciugato di ogni dettaglio ed esteticamente ineccepibile, che evidenzia l’intenzione di preferire il disorientamento alla contestualizzazione sociale e psicologica del racconto.

Con il nuovo film, fugacemente distribuito anche in Italia, Ulrich Seidl cambia ambientazione ma non cessa di generare immagini provocatorie sulle contraddizioni della classe media austriaca. Ma sulla logica che muove il regista inizino a gravare le ombre di maniera.

Fedele a un'idea stratificata di personaggio e forte della performance di Trine Dyrholm, Susanna Nicchiarelli restituisce il ritratto meno noto di un'icona, cercando nel biopic le strade del puro racconto. Miglior film nella sezione Orizzonti dell'ultima Mostra del Cinema di Venezia.

Il lungometraggio animato di Sunao Katabuchi riesce nell'impresa di condensare nella propria durata l'intero manga a cui si ispira, restituendo con maturo realismo e rara naturalezza una vicenda di vita e di morte sullo sfondo della seconda guerra mondiale.

Al suo film d'esordio, esito di un noto apprendistato nel videosaggio, kogonada costruisce una piccola lezione di sguardo che testimonia la fiducia nel potere del cinema di catturare la bellezza e dare un nuovo ordine al reale.

Ancora una volta, Bong Joon-ho asseconda la propensione al grottesco con un family movie rielaborato nella forma di farsa parossistica, parabola animalista che evita ogni facile retorica. Sotto la veste di una fiaba, una critica al neoliberismo falsamente progressista.

Dominique Cabrera torna a parlare di banlieue, servendosi di Marsiglia per raccontare la gioventù francese, ma la tensione erotica tra i protagonisti manca di trasporto e il lirismo delle scene migliori è smorzato da incursioni poco convincenti nel poliziesco.

Il film di Fabio Mollo è fatto con cuore e passione politica: non un tipico racconto “a tematica lgbtq”, ma un tentativo riuscito di intervenire emotivamente nell'attuale dibattito culturale e nella mai vinta battaglia contro i pregiudizi e preconcetti che lo offuscano.

Nell'ultimo film di Cristi Puiu, in concorso a Cannes 2016, lo spazio domestico e la famiglia riflettono una Romania non riconciliata con la propria Storia, in cui la farsa collettiva prevale sui sentimenti individuali.