CANNES 71: HARD SENSATION
In competizione è il momento di due autori che negli anni hanno saputo muoversi con abilità sul crinale che congiunge cinema del reale e finzione, Jia Zhangke e Jafar Panahi, mentre alla Semaine de la Critique viene presentato, fuori concorso, il nuovo, folgorante corto di Bertrand Mandico.
CANNES 71: SI SALVI CHI PUÒ L’IMMAGINE
Presentato in concorso, Le livre d'image ribadisce uno dei capisaldi concettuali propri dell'ultimo Godard: la guerra perpetua in cui viviamo è dovuta al dominio schiacciante della parola, e dunque della legge. L'unica possibilità di redenzione risiede nell'immagine.
CANNES 71: IL SOGNO DI
DIAMANTINO
Con Zimna voïna (Cold War), Pawel Pawlikowski firma il miglior film visto finora in concorso, melodramma politico sulla Polonia stalinista nell'arco di due decenni. Ma la vera sorpresa arriva dalla Semaine della Critique con il folle Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt.
CANNES 71: IMMAGINI MANCANTI
Il documentarista Stefano Savona torna nella Striscia di Gaza con La strada dei Samouni, presentato ieri alla Quinzaine des réalizateurs e arricchito dalle magnifiche animazioni di Simone Massi. In competizione, il russo Kirill Serebrennikov racconta in punk nell'URSS prossima al tracollo.
CANNES 71: MATERIA BRUTA
La seconda giornata del Festival è segnata dall'opera monumentale di Wang Bing, Dead Souls, documentario di otto ore sui sopravvissuti del campo di rieducazione di Mingshui presentato Fuori Concorso. Deludono Farhadi e Loznitsa.
LA SVOLTA DI CANNES
50 anni dopo la messa in discussione della manifestazione nel 1968, e un anno dopo la criticata edizione del 2017, la selezione di Cannes apre a nomi nuovi e a soluzioni di programmazione impreviste. Mentre il ruolo del critico viene definitivamente relegato ai margini.
TORINO 35: LA DANZA DELLA REALTÀ
Tesnota, folgorante esordio del giovanissimo Kantemir Balagov, si serve di un realismo spietato per raccontare gli angoli nascosti di un’intimità: una rivelazione che si dischiude agli occhi dello spettatore, una corsa disperata verso un amore immobile e sfuggente allo stesso tempo.
TORINO 35: MEMORIE DAL SOTTOSUOLO
Rey, opera seconda del cileno-americano Niles Atallah, riporta alla luce una vicenda altrimenti relegata ai margini della Storia, praticando un cinema che celebra la tortuosità del reale e la fantasmagoria del racconto.
TORINO 35: SGUARDO SU UNA TERRA CONTESA
La relazione dell'uomo con la propria terra e la maniera in cui questi costruisce il paesaggio sembrano essere il centro di Braguino, ultimo lavoro di Clément Cogitore: nello scenario di conflitto post-tribale che il film esplora, il giovane regista accetta di assumere la posizione di osservatore e "ospite", con sguardo attento al mondo dei bambini.
BERLINALE 68: IL TEMPO, DESIDERIO E TERRORE
Con My Brother's Name is Robert and He is an Idiot, presentato in concorso alla Berlinale, Philip Gröning si propone di far vivere appieno la durata della narrazione, rielaborando una riflessione filosofica sul tempo che si riflette nel racconto metaforico della transizione tra adolescenza e vita adulta, vissuta attraverso i turbamenti di una coppia di gemelli.