VENEZIA 81: HARVEST
Nel suo ultimo film ciò che conta per Athina Rachel Tsangari, è restituire la sensazione epidermica che qualcosa di vivo sia davanti alla cinepresa, tentando di mettere in atto l’ambiziosa costruzione di un mondo che pulsa ben oltre i confini dell’inquadratura attraverso l’attitudine obliqua del film in costume.
VENEZIA 81: BROKEN RAGE
Broken Rage è l'opera definitiva di Takeshi Kitano. Un film yakuza crepuscolare che riesce a dare una forma compiuta a tutta la poetica del regista, conservandone la problematizzazione e disponendone uno di fianco all’altro gli elementi senza, volutamente, dare soluzioni.
VENEZIA 81: WHY WAR, BABY INVASION
Nel suo ultimo film di Amos Gitai, partendo dall’immediata attualità, passa subito ai massimi sistemi, interrogandosi sull’ineliminabilità dell’aggressività umana, e imbastendo un arcano collage multidisciplinare che unisce, fra gli altri, musica, teatro e televisione, mentre Harmony Korine mette in scena il confine tra l’estasi mistica e il carattere fondamentale del contemporaneo, così come i media lo specchiano.
VENEZIA 81: THE ROOM NEXT DOOR
L'ultimo film di Pedro Almodovar si compiace troppo della propria chiusura testuale, tratteggiando una serie di personaggi rassegnati a diventare spettatori, e proponendosi ai propri spettatori da una comoda distanza di sicurezza.
VENEZIA 81: THE BRUTALIST
L'ultimo film di Brady Corbet, attraverso la storia del suo protagonista, mette insieme tasselli drammatici che uniscono potenza figurativa e sobrietà, anche grazie al legame costruito da un montaggio radicalmente astratto e concettuale.
BELLARIA FF 42: LUDENDO DOCET / IL RE FANCIULLO
L'ultimo film di Luca Ferri è un invito sovversivo e scherzoso a riflettere sulla dicotomia critico-regista, mentre il primo lungometraggio di Alessandra Lancellotti è un racconto biografico che alterna formati, scomponendo più storie e ricombinandole tra loro, in un’ottica di arte mai conciliante.
BELLARIA FF 42: SONG OF ALL ENDS / HORKOS
Le immagini in bianco e nero del film di Giovanni C. Lorusso uniscono il tempo del racconto visivo alle azioni dei personaggi, mentre quelle in pellicola di Marta Anatra riscrivono le regole del documentario di inchiesta attraverso una riflessione sul contrasto tra artificio e natura.
CANNES 77: ANORA
Premiato con la Palma d'oro, il film di Sean Baker ripropone la divisione netta e incolmabile tra chi possiede e chi è posseduto, tra chi ha comprato la licenza di vivere la vita senza un game over e chi si illude di poter scalare posizioni in una verticalissima società capitalista.
CANNES 77: GRAND TOUR
Raccontato in due tempi, due punti di vista dello stesso viaggio, il film di Miguel Gomes espande l’idea alla base della sua opera, costruendo una metafora aperta sul rapporto tra cinema e reale, e rinnovando il suo atto di fiducia verso l'interpretazione attiva dello spettatore.
CANNES 77: FORME CHIUSE E SCLEROSI D’AUTORE
Una riflessione trasversale sugli ultimi film di Quentin Dupeiux, Sergei Loztnisa e Yorgos Lanthimos, per evocare il pericolo dell'autorialismo a forma chiusa e delle invisibili scatole cognitive prodotte dal mercato dell'arte cinematografica.