RETROSPETTIVA: AMATO E RIFIUTATO
Una retrospettiva davvero epocale a Locarno 69, che con una settantina di titoli comincia a riscrivere la storia di uno dei periodi più clamorosamente ignorati della storia del cinema: il cinema tedesco dell'era Adenauer (1949-1963).
SBATTERE CONTRO LA TRASPARENZA
Vincitore dell'Orso d'argento nel 2009, Alle Anderen si sviluppa nel segno di una trasparenza opaca, riuscendo nell'intento di ritrarre il terreno di incontro tra i due protagonisti come un luogo sconosciuto e misterioso.
LA VERSIONE DEL PADRE
Elle, l'ultimo film di Paul Verhoeven, comincia in medias res con uno stupro e presenta una protagonista che si attacca al godimento solo al fine di ostentare una fondamentale indifferenza al godimento stesso.
ROTTERDAM 45: ŠKAFAR e GIANVITO
Nuova direzione per il festival di Rotterdam: da segnalare Mama, film sloveno di Vlado Škafar che sa unire il minimalismo della narrazione al lirismo della regia, e la presenza di Wake (Subic) di John Gianvito.
INSEGUIRE LA TOTALITÀ, SENZA FINE
L'uscita di un cofanetto che raccoglie alcune delle opere più ricercate di Rivette ci offre l'occasione di affrontare il cinema vertiginoso e privo di architravi del regista di Out1, Duelle e Noroit.
DELEUZE VISTO DAL CINEMA
Perché un ennesimo speciale su Deleuze e il cinema? Perché la domanda “cos'ha da dire Deleuze sul cinema di oggi?” va ormai sostituita con la domanda “che cosa il cinema di oggi ha da dire su Deleuze?”.
DOV’È LA COSCIENZA?
Con Inside Out, la Pixar ridimensiona la mal riposta ambizione “materialista” delle scienze cognitive, sviluppando così una delle maggiori potenzialità ancora inespresse della filosofia deleuziana.
L’INCONSCIO D’EUROPA
Per Sokurov il cinema ha usurpato con successo il ruolo dell'arte, la posizione siderale da cui essa guarda alla transitorietà degli uomini. Può marcare l'Oceano più stretto, perché può catturare la Storia in diretta.
PER AMOR VOSTRO
A quasi vent’anni da Giro di lune tra terra e mare, il sorprendente ritorno di Giuseppe Gaudino nel lungometraggio di finzione: un problematico ritratto femminile e un cinema alle prese con il superamento dei propri limiti.
FERITOIE NEL TEMPO
The Assassin di Hou Hsiao-hsien, tra i pochi capolavori in concorso a Cannes, è un film dalla sublime grazia visiva, un trionfo di zone opache e snodi narrativi ellittici che annulla la consueta dicotomia tra azione e contemplazione.