CANNES 72: PER AMORE DI OPHÉLIE
Mektoub, My Love: Intermezzo di Abdellatif Kechiche, in concorso a Cannes, spiazza e divide la critica. Ode alla bellezza di una delle protagoniste, è un film fiume, straripante ai limiti dell'eccesso, ambientato quasi esclusivamente all'interno di una discoteca.
CANNES 72: ARCHITETTURE SOCIALI
In concorso il geniale Parasite conferma Bong Joon-ho tra i più necessari indagatori del conflitto tra codice sociale e istinto primordiale; con The Halt, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs, Lav Diaz proietta nel futuro prossimo le tensioni e l’eterna violenza materica cui le Filippine sembrano condannate.
CANNES 72: C’ERA UNA VOLTA TARANTINO
In concorso con l'atteso Once Upon a Time in Hollywood, Quentin Tarantino mostra a Cannes un immaginario ormai affaticato e opaco: un’opera che non solo feticizza il cinema, ma comincia pericolosamente a feticizzare anche lo stile e le ossessioni del proprio regista.
CANNES 72: SIA LODE ORA AGLI UOMINI DI FAMA
Terrence Malick presenta in Concorso A Hidden Life, capolavoro che si colloca idealmente tra La sottile linea rossa e la rivoluzione stilistica di The Tree of Life, mentre in Un certain Regard è il turno di Oliver Laxe con l'incendiario O que arde.
CANNES 72: ALL’OMBRA DELLE FANCIULLE IN FIORE
Céline Sciamma arriva in concorso a Cannes con un'opera elegante e venata di rarefatto desiderio, mentre deludono gli attesi Robert Eggers e Gaspar Noé, il primo con l'horror psicologico The Lighthouse, il secondo con il mediometraggio Lux Æterna.
CANNES 72: LIBERTÉ, LA NUIT
Il geniale Albert Serra sconvolge Cannes con un'opera folle e irriverente, erotica e carnale come solo un autore della sua levatura poteva concepire. Assurdo che non sia stata inclusa in concorso, dove fa capolino Ken Loach, alle prese con la truffa delle start up.
CANNES 72:
LO SPIRITO
DELL’AMORE PERDUTO
Un realismo seducente segna l’esordio nella finzione dell’attrice e documentarista Mati Diop, in concorso con Atlantique. Sotto il segno dell'autofiction, Dolor y gloria di Almodóvar è un toccante atto di fede nell'arte e nella memoria.
CANNES 72: OCCHI SENZA SGUARDO
Ancora zombi a Cannes: dopo Jarmusch e Mati Diop stavolta tocca a Bonello con Zombi Child, presentato alla Quinzaine. Fuori concorso, Patricio Guzmán completa la sua trilogia documentaria sulla dittatura cilena con La Cordillera de los sueños.
CANNES 72: FILMARE IL VOLTO DEL POTERE
Con On va tout péter Lech Kowalski porta alla Quinzaine la cronaca appassionata dell’occupazione di una fabbrica francese; in Concorso colpisce, pur negli eccessi, l'estro di Kleber Mendonça Filho, ancora alle prese col sottotesto politico brasiliano.
CANNES 72: ONLY DEAD LEFT ALIVE
Pochi e stentati gli applausi che hanno accompagnato i titoli di coda del film d’apertura del 72° Festival di Cannes, The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch. Segno di una manifestazione che andrebbe ulteriormente svecchiata per non trasformarsi in un parterre di morti viventi.
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