BELLARIA FF 40: ALCARRAS
Il film di apertura del Bellaria Film Festival, già vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino, conferma Carla Simon come una delle registe più interessanti del panorama contemporaneo e una delle più lucide interpreti dei traumi del proprio paese, la Spagna.
IFFR 22: INCOMPIUTEZZA IRRAGGIUNGIBILE
Una ricognizione della nuova edizione dell'International Film Festival Rotterdam, tenutasi dal 26 gennaio al 2 febbraio, per orientarsi nel selvaggiamente diseguale panorama festivaliero internazionale, di cui questa storica manifestazione continua a essere un imprescindibile faro.
PETITE MAMAN
Nella sua ultima opera Céline Sciamma quasi abusa dell'immagine-affezione, con lo scopo di eludere il conflitto con il mondo esterno per concentrarsi su quello interiore, stanato con sguardi e risposte fuori campo.
WHAT DO WE SEE WHEN WE LOOK AT THE SKY?
Il film di Alexandre Koberidze, presentato in concorso alla 71ª Berlinale, conferma uno dei talenti più puri del cinema internazionale, capace di creare un affresco miracoloso in cui lo stupore della visione rimane intatto come di fronte a un incantesimo.
RE GRANCHIO
Attraverso un'operazione quasi fantasmagorica che ricuce il presente con il passato, Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis elevano le potenzialità di un racconto orale fino a raggiungere le vette di una mitologia senza tempo.
THE TSUGUA DIARIES
Evento di apertura del Festival, il film di Miguel Gomes e Maureen Fazendeiro è la risposta più gioiosa che il cinema poteva offrire in questo tempo pandemico, ponendosi come atto di liberazione creativa, sperimentazione, laboratorio dell'immaginario e strumento fondamentale della vita.
I GIGANTI
Bonifacio Angius costruisce un film radicale e dunque difficile da digerire e categorizzare, che ci riporta su un piano della narrazione statico e selvatico, dove l'accenno a un possibile canovaccio si riduce al susseguirsi di battute balbuzienti, inevitabilmente rivolte ad una fine già incombente dall'inizio.
IL BUCO
Rinunciando a filmare un ambiente di facile collocazione spaziale e temporale, l'ultimo film di Michelangelo Frammartino rinnova con successo lo scarto da un approccio totalmente antropocentrico all'immagine e dal bisogno archetipico di controllare il visibile.
TITANE
In Titane Julia Ducournau aggira la gabbia della drammaturgia classica attraverso un’immagine diventata ormai una cosa a sé stante, oltre il genere e la morale, verso una nuova poetica dell'inanimato, senza avventure, senza prove, senza resurrezioni.
THE CARD COUNTER
Cinema realizzato senza porsi la questione del perché e per chi: realizzato e basta, per necessità, sfogo e testimonianza di un dissidio interiore, come risposta inevitabile alle sofferenze del mondo. Paul Schrader crede ancora in questo cinema, non come redenzione o espiazione, ma come presa di coscienza.