MUFFA
L'esordio al lungo di Ali Aydin non è un film di denuncia sociale nel senso più convenzionale dell’espressione, ma un'opera percorsa dal silenzio, che attesta l'impossibilità di fare del lutto materia di finzione.
LA CERTEZZA DELL’INCERTEZZA
Dalla fiaba filosofico-politica di Jan Němec al cupo apologo di Juraj Herz, passando per la commedia lieve di Ivan Passer, tre approcci alla Nová vlna, uno dei fenomeni cinematografici più interessanti del “nuovo cinema” anni '60.
UN REGISTA STRETTAMENTE SORVEGLIATO
Vita e opere di Dušan Hanák, classe 1938, "il più celebre tra i meno noti" del cinema slovacco:
cineasta isolato, propugnatore di un cinema costantemente incentrato sull'uomo, a metà strada tra
documentario e finzione.
L’EROISMO DELLA DISILLUSIONE. NOTE SU ALCUNI FILM POLACCHI TRA ’50 E ’60
Un cofanetto (Second Run) per riscoprire quattro film che hanno segnato il cinema polacco in un periodo di profonda trasformazione. Tra i titoli: Treno di notte di Kawalerowicz e Innocent Sorcerers di Wajda.
IL FILM CHE VISSE DUE VOLTE
Mani in alto! di Skolimowski è l'ultimo film che il regista riesce a realizzare in patria: pellicola maledetta, bloccata e recuperata solo tardivamente dal regista. Un'opera politica, ora in dvd nelle sue due versioni grazie a Malavida.
MIKLÓS JANCSÓ: IL CINEMA COME RIVOLUZIONE PERMANENTE
Dopo Salmo rosso, la Second Run pubblica un cofanetto con i film degli anni Sessanta del regista ungherese, cineasta mai integrato. Teorico del piano-sequenza e della sua forza eversiva.
L’IRREVOCABILE LIBERTÀ: GLI ESORDI DI JERZY SKOLIMOWSKI
Rysopis, Walkower e Barriera: i primi film del regista polacco hanno al centro lo stesso protagonista, un antieroe solitario, insofferente ad ogni autorità, per il quale l'amore è un attimo fuggevole e la Storia un inganno.
CARLOS
Assayas ritrova se stesso confrontandosi con il piccolo schermo: la serie televisiva sul rivoluzionario venezuelano, figura sulfurea che sa vivere solo il presente, travalicando il tempo dettato dalla Storia.
- 1
- 2