COME UNA BARCA SU UN OCEANO IN TEMPESTA
Un intenso faccia a faccia con Bertrand Mandico, il cui esordio nel lungometraggio con Les Garçons sauvages riesce nell’impresa di rievocare le ombre del passato con uno stile selvaggiamente viscerale, ponendo lo spettatore di fronte a visioni primigenie in cui anche la citazione si fa creazione.
CINEMA, MACCHINA DESIDERANTE
Una conversazione con Léa Mysius, giovane autrice del folgorante Ava: una riflessione al femminile sullo sguardo e il desiderio, che a partire da un solido lavoro di sceneggiatura si apre alle domande dei corpi nel delicato passaggio dall'infanzia all'età adulta.
TRAIETTORIE COMUNI, CONTATTI UMANI
Intervista a Dustin Guy Defa sull'ideazione e realizzazione di Person to Person, commedia a episodi fuori dal tempo che intreccia con respiro jazzistico la riflessione sulle interconnessioni urbane contemporanee all'impermanenza dell'esistenza umana.
L’INCONSCIO DEL CONFLITTO
Il regista turco Gürcan Keltek approfondisce il processo creativo alla base del suo primo lungometraggio, Meteorlar: bassa risoluzione, found-footage e tensione psichedelica nutrono una testimonianza inedita sugli scontri nei territori curdi, amplificando i legami che l'uomo intrattiene con il proprio ambiente.
ALL’IMBRUNIRE DI UNA SOCIETÀ SENZA PASSATO
Una conversazione con la regista thailandese Anocha Suwichakornpong, a partire dal suo By The Time It Gets Dark: può il processo cinematografico agevolare una riconciliazione con le ferite della Storia?
SUPERARE I LIMITI DEL LINGUAGGIO
Intervista a Nele Wohlatz, regista tedesca residente in Argentina che con El futuro perfecto, premiato a Locarno, ha raccontato una vera storia di integrazione linguistica superando il confine tra finzione e documentario.
FUGA NEL FUTURO
Intervista a Davy Chou, giovane filmmaker e produttore francese di origini cambogiane, autore di un percorso di ricerca in cui la materia del sogno, del tempo e della Storia finisce per occupare un ruolo di primo piano.
UN METODO SOCIALISTA
Tra ricerca realista e atmosfere sognanti, precisione formale e libertà visiva, il cinema del portoghese Joao Nicolãu fonda sulle relazioni – non ultima quella con Alessandro Comodin – il principio di costruzione dei propri film.