MAD LOVE IN NEW YORK CITY
Sulla scorta di Panico a Needle Park e Christiane F., il terzo lungometraggio dei fratelli Safdie, Heaven Knows What, porta sul grande schermo l'esperienza autobiografica della sua giovane protagonista Arielle Holmes.
QUANDO LA SENNA SI TINSE DI ROSSO
120 battements par minute di Robin Campillo, premiato a Cannes, mostra tutta la consapevolezza del discorso militante, elaborando il rapporto tra parola, pensiero, gesto e lotta, nella complessa distanza tra corpo sociale e destini individuali.
LA FABBRICA DEL NULLA
Ibridando fiction e documentario, A fábrica de nada di Pedro Pinho, presentato a Cannes nella Quinzaine, è un film sulla sopravvivenza fatto con chi cerca di rispondere alla dittatura soft della crisi permanente intesa come modello di dominio.
CANNES 70 IL CINEMA E IL SUO DOPPIO
Ozon cita De Palma alla sua maniera in L'amant double, presentato in concorso, mentre in 24 Frames Kiarostami consegna il suo addio con un inno al cinema, luce del mondo.
CANNES 70 THE NEON NIGHTMARE
I fratelli Safdie, per la prima volta in concorso ufficiale a Cannes, danno uno scossone alla competizione con l'adrenalinico Good Time. Fuori concorso, Depardon racconta i meandri burocratici della follia con 12 jours.
CANNES 70 IL GIARDINO DELLE VERGINI ASSASSINE
Non convince The Beguiled di Sofia Coppola, remake del classico di Don Siegel, di cui non sa ricreare il fascino morboso. Sorprende nella sezione Un certain regard Tesnota (Closeness) del giovanissimo Kantemir Balagov, guidato dall'indomita bellezza della sua protagonista.
CANNES 70 ODE ALLA LUCE
Nella competizione principale non convince del tutto Hikari, poetico mélo di Naomi Kawase. Alla Semaine torna Yann Gonzalez con il corto Les Îles, colmo di riferimenti pop, pittorici e alla fotografia camp.
CANNES 70 IL FANTASMA DELLA BORGHESIA
In Happy End di Haneke un bellissimo angelo sterminatore veglia sulla dissoluzione della famiglia borghese. La stessa raccontata da un Lanthimos ormai di maniera. E alla Quinzaine arriva Leonardo Di Costanzo.
CANNES 70 CONTRO LA NOUVELLE VAGUE
Hazanavicius, in concorso con Le Redoutable, si fa burla di Godard. Per fortuna c'è Dumont: la sua infanzia di Giovanna D'Arco è la folgorazione del festival. E Lanzmann torna in Corea per un viaggio in prima persona.
CANNES 70 LA LOTTA E LA RICERCA
In competizione, 120 battements par minute di Robin Campillo si guadagna il titolo di film più politico del festival. Con Visages, villages Agnès Varda torna a Cannes fuori concorso, rinnovando insieme al fotografo JR il viaggio di un cinema assetato di umanità.