BERLINALE 70: LA CASA DELL’AMORE
Presentato nella sezione Forum, l’ultimo lavoro di Luca Ferri compie un ulteriore passo avanti nel delineare una poetica in costante cambiamento, e allo stesso tempo ribadire un’idea di cinema come pura origine, di cui la drammaturgia diviene veicolo e sentiero.
BERLINALE 70: MY SALINGER YEAR
Selezionato per aprire la settantesima edizione della Berlinale, l'adattamento del romanzo autobiografico di Joanna Rakoff miscela abilmente dramma e commedia, cercando di riscoprire l’umanità appassionata e sofferente che spesso rimane schiacciata dai meccanismi dell’industria culturale.
LOVERS FF: PARADOSSI DI GENERE
Dopo la presentazione alla Berlinale, Normal di Adele Tulli sarà presentato in anteprima al Lovers Film Festival di Torino: il film è il frutto di una ricerca sui gesti quotidiani che modellano la definizione del genere. Intervista con l’autrice.
HISTOIRE DU CINEMA, AUJOURD’HUI
I selezionatori italiani, oggi ai vertici dei principali festival cinematografici internazionali, rappresentano un’eccellenza culturale. Abbiamo intervistato alcune delle figure più rilevanti di questo panorama, a cominciare dall'ex direttore del Festival di Locarno, Carlo Chatrian, fresco di nomina alla Berlinale.
PER UN CINEMA PARTECIPATIVO
Presentati in sezioni parallele della Berlinale, Selfie di Agostino Ferrente e Nos défaites di Jean-Gabriel Périot si interrogano sulla possibilità di un cinema condiviso, che nasca da un laboratorio d’idee per una nuova società.
IN LIBERO ESILIO
Premiato con l'Orso d'oro all'ultimo Festival di Berlino, Synonymes di Nadav Lapid è un film radicale sulla nozione di alterità ed esilio, che rivendica con furore il diritto di asilo a un paese che non esiste, se non come insieme di desideri e possibilità: il cinema.
LA PARANZA DEI BAMBINI
Con il suo nuovo film, presentato in concorso alla Berlinale e ora nelle nostre sale, Giovannesi porta a compimento un percorso iniziato nel 2009 con il documentario Fratelli d’Italia, per poi restare sempre a stretto contatto con l’adolescenza e i suoi processi di dolorosa maturazione.
BERLINALE 68: IL TEMPO, DESIDERIO E TERRORE
Con My Brother's Name is Robert and He is an Idiot, presentato in concorso alla Berlinale, Philip Gröning si propone di far vivere appieno la durata della narrazione, rielaborando una riflessione filosofica sul tempo che si riflette nel racconto metaforico della transizione tra adolescenza e vita adulta, vissuta attraverso i turbamenti di una coppia di gemelli.
BERLINALE 68: UNA RABBIA INDISPONENTE
Vincitore tra infinite polemiche dell'Orso d'oro all'ultima Berlinale, Touch me not di Adina Pintilie mostra sottotraccia i processi di una rabbia inespressa e indecifrabile, tra le pulsioni del desiderio, le difese erette a contrastarle, e il valore euristico del rischio che ogni incontro, pur nella sua provvisorietà, porta con sé.
BERLINALE 68: IL ROMANZO DI SERGEJ
Alexey German Jr. ricostruisce in Dovlatov sei giorni della vita dello scrittore russo nella Leningrado d’inizio anni Settanta, realizzando il ritratto di un’artista da giovane che non riesce a esordire ma anche un film corale e generazionale.