SCREENING

REFLECTION

Leonardo Strano

Valentyn Vasyanovych radicalizza la fissità delle sue immagini oltre ogni dubbio, per cercare di rappresentare lo stato di catatonico dolore che da quasi un decennio sconvolge l'Ucraina. Così facendo mette in gioco il cinema e rischia di perderlo.

LICORICE PIZZA

Francesca Monti

In una nazione-bambina, guidata dal solo bisogno di appagare desideri, siano guerre o pulsioni sessuali, i protagonisti dell'ultimo film di PTA convertono il bisogno di essere riconosciuti in quello di rispecchiarsi l'uno nell'altra. Se anche l'amore è una forma di regressione, certamente è la meno dannosa.

LEONORA ADDIO

Dario Gigante

Maraviglioso Taviani. Con libertà e fantasia, il regista toscano torna ad accostare Pirandello in un film profondo e lieve, inconsueto e sorprendente, vincitore del premio Fipresci alla 72ª Berlinale.

PETITE MAMAN

Ilaria Scarcella

Nella sua ultima opera Céline Sciamma quasi abusa dell'immagine-affezione, con lo scopo di eludere il conflitto con il mondo esterno per concentrarsi su quello interiore, stanato con sguardi e risposte fuori campo.

WHAT DID JACK DO?

Emilio Maggio

Partendo da una riflessione sul cortometraggio di Lynch, un'analisi sulla figura umana rispetto allo spirito dei tempi, che presagisce la crisi del devastante modello antropocentrico come testimone della storia del mondo.

DRIVE MY CAR

Davide Palella

Ryusuke Hamaguchi non pone alcuna discriminazione qualitativa tra opera d'arte e realtà, facendosi interprete così dell'antico pensiero giapponese che porta all'immanenza in ogni sua espressione, in contrapposizione a un presente in cui non sembra più esserci spazio per l’imprevisto e dove tutto diventa frutto di una prefigurazione professionale.

WEST SIDE STORY

Francesca Monti

Steven Spielberg mette in scena un cinema che non è una scena da rivisitare, ma è al contrario un organismo incontenibile, che sa dispiegarsi con tutta la sua potenza davanti ai nostri occhi, per capire se le macerie che abbiamo intorno sono ciò che è stato distrutto, o ciò che deve essere ancora costruito.

WHAT DO WE SEE
WHEN WE LOOK
AT THE SKY?

Alessandro Del Re

Il film di Alexandre Koberidze, presentato in concorso alla 71ª Berlinale, conferma uno dei talenti più puri del cinema internazionale, capace di creare un affresco miracoloso in cui lo stupore della visione rimane intatto come di fronte a un incantesimo.

ANNETTE

Emanuele Sacchi

Léos Carax sembra volerci dire che dare troppa importanza all’arte è solo un modo per dare troppa importanza a noi stessi, perché è nella vanità e nell’egocentrismo che si annida il male del secolo.

È STATA LA MANO DI DIO

Mario Blaconà

Paolo Sorrentino ci costringe ancora una volta a dismettere un giudizio di valore nell’analizzare il suo cinema, ormai trasformatosi in un percorso reazionariamente programmatico, tentandoci così di cedere a catastrofismi e a intravedere dietro a queste opere svuotate di ogni istanza sovversiva, non tanto la morte del cinema, quanto la sua e la nostra sconfitta.


On Tour

BFF: IL CINEMA DI FABRIZIO FERRARO

Mario Blaconà

Il cinema di Fabrizio Ferraro è un meraviglioso corpo estraneo nel cinema italiano, una collezione di opere che mostrano un'altra esistenza dell'immagine in movimento. In occasione del tributo dedicatogli dal Bellaria Film Festival, gli abbiamo fatto qualche domanda.

BFF: DISCO BOY

Valentina Pietrarca

Nell'opera prima di finzione di Giacomo Abbruzzese gli elementi naturali, messi in scena in magnetico contrasto con la colonna sonora electro-house di Vitalic, si fanno confine materiale e metafisico per raccontare la natura politica dell'identità.

TRIESTE FF 34:
IL PAESE SOTTO LA PELLE

C. Zurru, A. Piemonti, C. Centonze

Dalla riflessione sull’identità delle adolescenti di Sonne di Kurdwin Ayub, passando per la forza della musica in Metronom di Alexandru Belc, fino al trauma del Donbass in Butterfly Vision di Maksym Nakonechnyi: il privato diventa pubblico e il corpo femminile è sempre al centro.

TRIESTE FF 34:
LA MEMORIA DEL PRESENTE

V. Mangiavacca, E. Tresca, E. Ornaghi

Otilia Babara delinea un disegno a zig zag su una storia di emigrazione comune a milioni di donne moldave; con Dezerteri Damir Markovina indaga passato e presente di Mostar; Sigurno mjesto di Juraj Lerotić è il racconto straziante di un uomo deciso a porre fine alla sua vita.

IRFF 2023:
FROM ROTTERDAM
WITH LOVE

Matteo Scarduelli

Una riflessione sulla messa in scena della coppia contemporanea e della sua crisi, attraverso l'analisi comparata di tre film dell'International Film Festival Rotterdam e dei loro rispettivi temi: il poliamore, il cliché post-romantico, la crisi identitaria.

INDOCILI:
NON ANDARTENE
DOCILE

Davide Palella

Ultimo appuntamento della stagione con la rassegna curata da Tafano al cinema Beltrade: cinque cortometraggi di altrettanti autori diversi per ricerca e percorso, ma capaci di intrecciarsi perfettamente allo spirito che anima l'iniziativa fin dal suo esordio.

IFFR 2023:
THE TROUBLE
WITH JUDIT

Marco Grosoli

Un'analisi della retrospettiva dedicata dall'IFFR al dimenticato cinema di Judit Elek, cineasta d'eccezione pronta a raccontare ai nuovi, giovani, smemorati sguardi della cinefilia quanto la lotta politica sia questione personale e la lotta personale sia questione politica.

IFFR 2023:
NEVROSI DI MASSA

Marco Grosoli

Una ricognizione sulla Tiger Competition dell'International Film Festival Rotterdam, che si distanzia come appuntamento imperdibile del circuito europeo e una delle più attendibili occasioni di mappatura del cinema che è e che sarà.

INDOCILI: PYRALE

Carlotta Centonze

Una ricchissima conversazione con Roxanne Gaucherand, regista del visionario Pyrale: ibrido tra documentario e finzione, il film indaga l'ambivalenza inquieta e la natura effimera del desiderio.

INDOCILI:
TARDO AGOSTO

Mario Blaconà

Attraverso un lavoro impostato sul suono e solo dopo sulla composizione dell’inquadratura, Cammarata e Foscarini scelgono di farsi sorprendere da ciò che la durata di un paesaggio può infliggere a un astante, nei momenti più inaspettati di una lunga attesa.


arte/fact

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arte/fact - Archivio

Non è stato trovato nulla.


LO STATO DELLE COSE - Archivio

Non è stato trovato nulla.


On Tour - Archivio

BFF: IL CINEMA DI FABRIZIO FERRARO

Mario Blaconà

Il cinema di Fabrizio Ferraro è un meraviglioso corpo estraneo nel cinema italiano, una collezione di opere che mostrano un'altra esistenza dell'immagine in movimento. In occasione del tributo dedicatogli dal Bellaria Film Festival, gli abbiamo fatto qualche domanda.

BFF: DISCO BOY

Valentina Pietrarca

Nell'opera prima di finzione di Giacomo Abbruzzese gli elementi naturali, messi in scena in magnetico contrasto con la colonna sonora electro-house di Vitalic, si fanno confine materiale e metafisico per raccontare la natura politica dell'identità.

TRIESTE FF 34:
IL PAESE SOTTO LA PELLE

C. Zurru, A. Piemonti, C. Centonze

Dalla riflessione sull’identità delle adolescenti di Sonne di Kurdwin Ayub, passando per la forza della musica in Metronom di Alexandru Belc, fino al trauma del Donbass in Butterfly Vision di Maksym Nakonechnyi: il privato diventa pubblico e il corpo femminile è sempre al centro.

TRIESTE FF 34:
LA MEMORIA DEL PRESENTE

V. Mangiavacca, E. Tresca, E. Ornaghi

Otilia Babara delinea un disegno a zig zag su una storia di emigrazione comune a milioni di donne moldave; con Dezerteri Damir Markovina indaga passato e presente di Mostar; Sigurno mjesto di Juraj Lerotić è il racconto straziante di un uomo deciso a porre fine alla sua vita.

IRFF 2023:
FROM ROTTERDAM
WITH LOVE

Matteo Scarduelli

Una riflessione sulla messa in scena della coppia contemporanea e della sua crisi, attraverso l'analisi comparata di tre film dell'International Film Festival Rotterdam e dei loro rispettivi temi: il poliamore, il cliché post-romantico, la crisi identitaria.

INDOCILI:
NON ANDARTENE
DOCILE

Davide Palella

Ultimo appuntamento della stagione con la rassegna curata da Tafano al cinema Beltrade: cinque cortometraggi di altrettanti autori diversi per ricerca e percorso, ma capaci di intrecciarsi perfettamente allo spirito che anima l'iniziativa fin dal suo esordio.

IFFR 2023:
THE TROUBLE
WITH JUDIT

Marco Grosoli

Un'analisi della retrospettiva dedicata dall'IFFR al dimenticato cinema di Judit Elek, cineasta d'eccezione pronta a raccontare ai nuovi, giovani, smemorati sguardi della cinefilia quanto la lotta politica sia questione personale e la lotta personale sia questione politica.

IFFR 2023:
NEVROSI DI MASSA

Marco Grosoli

Una ricognizione sulla Tiger Competition dell'International Film Festival Rotterdam, che si distanzia come appuntamento imperdibile del circuito europeo e una delle più attendibili occasioni di mappatura del cinema che è e che sarà.

INDOCILI: PYRALE

Carlotta Centonze

Una ricchissima conversazione con Roxanne Gaucherand, regista del visionario Pyrale: ibrido tra documentario e finzione, il film indaga l'ambivalenza inquieta e la natura effimera del desiderio.

INDOCILI:
TARDO AGOSTO

Mario Blaconà

Attraverso un lavoro impostato sul suono e solo dopo sulla composizione dell’inquadratura, Cammarata e Foscarini scelgono di farsi sorprendere da ciò che la durata di un paesaggio può infliggere a un astante, nei momenti più inaspettati di una lunga attesa.


SCREENING - Archivio

REFLECTION

Leonardo Strano

Valentyn Vasyanovych radicalizza la fissità delle sue immagini oltre ogni dubbio, per cercare di rappresentare lo stato di catatonico dolore che da quasi un decennio sconvolge l'Ucraina. Così facendo mette in gioco il cinema e rischia di perderlo.

LICORICE PIZZA

Francesca Monti

In una nazione-bambina, guidata dal solo bisogno di appagare desideri, siano guerre o pulsioni sessuali, i protagonisti dell'ultimo film di PTA convertono il bisogno di essere riconosciuti in quello di rispecchiarsi l'uno nell'altra. Se anche l'amore è una forma di regressione, certamente è la meno dannosa.

LEONORA ADDIO

Dario Gigante

Maraviglioso Taviani. Con libertà e fantasia, il regista toscano torna ad accostare Pirandello in un film profondo e lieve, inconsueto e sorprendente, vincitore del premio Fipresci alla 72ª Berlinale.

PETITE MAMAN

Ilaria Scarcella

Nella sua ultima opera Céline Sciamma quasi abusa dell'immagine-affezione, con lo scopo di eludere il conflitto con il mondo esterno per concentrarsi su quello interiore, stanato con sguardi e risposte fuori campo.

WHAT DID JACK DO?

Emilio Maggio

Partendo da una riflessione sul cortometraggio di Lynch, un'analisi sulla figura umana rispetto allo spirito dei tempi, che presagisce la crisi del devastante modello antropocentrico come testimone della storia del mondo.

DRIVE MY CAR

Davide Palella

Ryusuke Hamaguchi non pone alcuna discriminazione qualitativa tra opera d'arte e realtà, facendosi interprete così dell'antico pensiero giapponese che porta all'immanenza in ogni sua espressione, in contrapposizione a un presente in cui non sembra più esserci spazio per l’imprevisto e dove tutto diventa frutto di una prefigurazione professionale.

WEST SIDE STORY

Francesca Monti

Steven Spielberg mette in scena un cinema che non è una scena da rivisitare, ma è al contrario un organismo incontenibile, che sa dispiegarsi con tutta la sua potenza davanti ai nostri occhi, per capire se le macerie che abbiamo intorno sono ciò che è stato distrutto, o ciò che deve essere ancora costruito.

WHAT DO WE SEE
WHEN WE LOOK
AT THE SKY?

Alessandro Del Re

Il film di Alexandre Koberidze, presentato in concorso alla 71ª Berlinale, conferma uno dei talenti più puri del cinema internazionale, capace di creare un affresco miracoloso in cui lo stupore della visione rimane intatto come di fronte a un incantesimo.

ANNETTE

Emanuele Sacchi

Léos Carax sembra volerci dire che dare troppa importanza all’arte è solo un modo per dare troppa importanza a noi stessi, perché è nella vanità e nell’egocentrismo che si annida il male del secolo.

È STATA LA MANO DI DIO

Mario Blaconà

Paolo Sorrentino ci costringe ancora una volta a dismettere un giudizio di valore nell’analizzare il suo cinema, ormai trasformatosi in un percorso reazionariamente programmatico, tentandoci così di cedere a catastrofismi e a intravedere dietro a queste opere svuotate di ogni istanza sovversiva, non tanto la morte del cinema, quanto la sua e la nostra sconfitta.


ITALIANS DO IT BETTER

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SCREENING

FOR SAMA

Davide Perego

La camera di Waad al Kateab filma ogni momento, per l'intera durata dell'assedio ad Aleppo: morte e vita si intrecciano in un documento unico che apre gli occhi sulla realtà di una guerra del nostro tempo, e diventa un inno alla libertà e alla speranza.

THE FAREWELL

Giulia Bona

Nata in Cina ma cresciuta in America, la regista Lulu Wang riversa la sua esperienza in una storia semi-autobiografica. Il suo secondo lungometraggio è il delicato racconto di una famiglia che si riunisce grazie a una bugia buona.

UNCUT GEMS

Emanuele Sacchi

Disponibile su Netflix, il nuovo film di Josh e Benny Safdie è un viaggio a rotta di collo nel cuore di un caos senza ritorno, dove il senso di comunione quasi soprannaturale con il denaro si innesta sulla patologica incapacità di trattenerlo, secondo un gioco di continua trasformazione e (auto)distruzione.

1917

Leonardo Strano

Declinando l'immagine attraverso un asservimento incondizionato alla sensazione, con 1917 Sam Mendes compone un affresco della guerra che priva il cinema della sua capacità resistenziale, riducendo il linguaggio a mero dato quantitativo, in un esercizio di stile magniloquente e vuoto.

LA RAGAZZA D’AUTUNNO

Mario Blaconà

Andando al di là di ciò che semplicemente si vede, con il suo secondo lungometraggio Kantemir Balagov riesce a conferire all’immagine una purezza assoluta, mostrando quelle differenze che intercorrono tra apparenza e senso e rendendo chiaro che solo annullandole può essere possibile giungere al nucleo delle cose.

RITRATTO DELLA GIOVANE
IN FIAMME

Francesca Monti

Premiato a Cannes 72, il nuovo film di Céline Sciamma è un liberatorio salto nel vuoto che abbandona la periferia dei nostri giorni per immergerci in un passato dai contorni sfumati, venato di rarefatto desiderio.

DIO È DONNA
E IL SUO NOME È PETRUNYA

Giulia Bona

Una stortura sconvolge le fondamenta di una società patriarcale e maschilista: il suo nome è Petrunya ed è la donna che la regista macedone Teona Strugar Mitevska elegge a inusuale eroina nella sua commedia brillante femminista.

IL PARADISO
PROBABILMENTE

Leonardo Strano

Cercando un controcampo della crisi israeliano-palestinese, il nuovo film di Elia Suleiman squaderna la cultura occidentale fondata sul senso della vista, rilevando lo scollamento ormai globalizzato tra vedente e sguardo, in un contesto dove nessuno sembra ormai padrone di una libera prospettiva.

GLI INDOCILI

Davide Perego

Il primo film di Ana Shametaj offre una riflessione sul rapporto fra cinema e teatro, linguaggio performativo e documentario. Un silenzioso grido di rivolta.

L’UFFICIALE E LA SPIA

Marco Longo

Il nuovo film di Roman Polanski è un monito contro la manipolazione dei fatti e l'ingranaggio del potere che li organizza a proprio vantaggio, e mostra la possibilità insita nel cinema stesso, così simile a un inganno che denuncia a sua volta una falsificazione, di contribuire a un montaggio più complesso della Storia, attraverso la responsabilità del singolo.