SCREENING
FAIRYTALE
Nel suo ultimo film Sokurov porta l’ispirazione dantesca fino in fondo, identificando la visione divina con un comunismo della materia in mezzo a cui i despoti del passato si muovono smarriti, agognando una salvezza eterea che sembra non arrivare mai.
SAINT OMER
Nel suo primo film di finzione Alice Diop ci pone di fronte alla banalità degli eventi straordinari, sempre sotto la lente di ingrandimento per la loro capacità di raccontare le problematiche non risolte delle nostre esistenze.
LUX AETERNA
In questo mediometraggio Gaspar Noé dimostra di voler ancora sfidare lo sguardo del proprio pubblico, per allargare e infastidire la visione, provocando nuovi modi atti a sconvolgere il punto di vista collettivo sul reale.
BENTU
Nel suo ultimo film Salvatore Mereu racconta la ruralità di un mondo lontano nel tempo ma non ancora completamente abbandonato, anzi orgogliosamente difeso. Com’è giusto che sia.
THE HUMANS
L'opera prima di Stephen Karam parte dall'horror per seguire poi la forma dell'allegoria e plasmare un dramma familiare. Il risultato è sì orrorifico, ma non come si potrebbe venire indotti a pensare.
FIRE OF LOVE
Maneggiando con grazia la potenza rivelatrice delle immagini d’archivio, nel suo ultimo documentario Sara Dosa racconta l’incredibile storia di una coppia di vulcanologi, ovvero l’intrecciarsi di due misteri abissali: come funziona la Terra? E come l’amore?
MEN
Con il suo ultimo lungometraggio Alex Garland decide di scegliere un j’accuse che mostra il fianco alla retorica, ma che allo stesso tempo dice quello che molti e molte pensano rispetto alla questione di genere, al netto dello spettacolare registro sovrannaturale della messa in scena.
NOPE: GOOD TIMES / BAD TIMES
Il nuovo film di Jordan Peele si distingue come un oggetto non identificato particolarmente divisivo: segnale di un cinema in grado di fondere teoria e intrattenimento o epigono di un certo vizio del cinema contemporaneo, chiuso in un inseguimento del senso fine a se stesso?
MARINER OF THE MOUNTAINS
Alla ricerca delle tracce paterne, il regista Karim Aïnouz esplora l'Algeria con riservato pudore. Punteggiato da dubbi e piccole epifanie, un viaggio in forma di documentario capace di contagiosa umanità.
MEMORIA
L'ultima opera di Apichatpong Weerasethakul assomiglia a un fulmine impazzito che piomba nella scena per lasciare una crepa, per attraversare una soglia che è necessario varcare per comprendere l’altro da sé.
On Tour
LOCARNO 76: DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD
Premio speciale della giuria a Locarno76, l'ultimo film di Radu Jude aggiunge un'altra pagina lucidissima all'atlante cinematografico dell'autore, che dà prova di essere la voce più importante del cinema europeo di oggi.
PFF 59: DVA
Presentato in concorso 59esimo Pesaro Film Festival, tra film di genere e poesia visiva, DVA è un’esplorazione visuale di una città, Mosca, sdoppiata, militarizzata e schizofrenica; è anche un film antimilitarista, espressione liricamente simbolica di un disagio giovanile represso dalle forme di comunicazione alienanti e propagandistiche di un potere imperscrutabile.
PFF 59: CIOMPI
Presentato in concorso al 59esimo Pesaro Film Festival, Ciompi è un film che interpella lo spettatore, lo sollecita a farsi carico di una dialettica (meta)storica ciclicamente rivoluzionaria e catastrofica, invitandolo a rileggere il corso degli eventi, passati e contemporanei, da una prospettiva “altra”, dal basso, con occhi più mobili e feroci.
BELLARIA FF 41: NON SONOUN PROFESSIONISTA
Renato Berta presenta al 41° Bellaria Film Festival l'ultimo film di Philippe Garrel, Le Grand Chariot. Nell'angolo di un hotel sul lungomare romagnolo abbiamo attraversato con lui una carriera pluridecennale, costellata di incroci inaspettati, a volte mancati, alle altre portatori di alcuni dei più bei film della storia del cinema.
BELLARIA FF 41: PERDUTO PARADISO
In occasione della presentazione all'interno del Concorso Gabbiano del 41° Bellaria Film Festival di Perduto paradiso in due rulli di Luca Ferri, Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, abbiamo avuto con Franco Piavoli un'intensa e appassionata conversazione, arricchita dalla comparsa estemporanea di Michelangelo Frammartino, amico e in qualche modo erede del cinema del regista.
CANNES 76: THE ZONE OF INTEREST
Filmidee propone una conversazione aperta sul nuovo film di Jonathan Glazer, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 76esimo Festival di Cannes: un'opera epocale e avanzata, che si confronta con il problema etico della rappresentazione per mettere in scena il ricordo dello sterminio e l’eternità della violenza.
CANNES 76: EUREKA
Presentato nell’inedita sezione Cannes Première, Eureka segna il ritorno alla regia, nove anni dopo Jauja, di Lisandro Alonso. Carico d’aspettative artistiche e produttive, il risultato finale appare più come momento di passaggio e riflessione nella filmografia dell’argentino.
CANNES 76: AUGURE
Presentato nella sezione Un Certain Regard, l'esordio alla regia del rapper belga-congolese Baloji ci ricorda il potenziale inespresso del realismo magico africano attraverso la messa in scena di un'esperienza sensoriale destablizzante.
CANNES 76: MAY DECEMBER, THE BOOK OF SOLUTIONS, FALLEN LEAVES
Tre film presentati al 76esimo Festival de Cannes riportano il comico nel linguaggio del cinema d'autore per raccontare tre gradi di relazione tra individuo e mondo: lo scollamento cognitivo, la follia fantastica dell'infanzia e l'ambiguità della disillusione.
CANNES 76: THE FEELING THAT THE TIME FOR DOING SOMETHING HAS PASSED
Presentato alla Quinzaine des cinéastes del 76esimo Festival de Cannes, l’opera prima di Joanna Arnow è una commedia brillante e sardonica che aggiunge un capitolo innovativo all'autofiction del corpo femminile.
On Tour - Archivio
LOCARNO 76: DO NOT EXPECT TOO MUCH FROM THE END OF THE WORLD
Premio speciale della giuria a Locarno76, l'ultimo film di Radu Jude aggiunge un'altra pagina lucidissima all'atlante cinematografico dell'autore, che dà prova di essere la voce più importante del cinema europeo di oggi.
PFF 59: DVA
Presentato in concorso 59esimo Pesaro Film Festival, tra film di genere e poesia visiva, DVA è un’esplorazione visuale di una città, Mosca, sdoppiata, militarizzata e schizofrenica; è anche un film antimilitarista, espressione liricamente simbolica di un disagio giovanile represso dalle forme di comunicazione alienanti e propagandistiche di un potere imperscrutabile.
PFF 59: CIOMPI
Presentato in concorso al 59esimo Pesaro Film Festival, Ciompi è un film che interpella lo spettatore, lo sollecita a farsi carico di una dialettica (meta)storica ciclicamente rivoluzionaria e catastrofica, invitandolo a rileggere il corso degli eventi, passati e contemporanei, da una prospettiva “altra”, dal basso, con occhi più mobili e feroci.
BELLARIA FF 41: NON SONOUN PROFESSIONISTA
Renato Berta presenta al 41° Bellaria Film Festival l'ultimo film di Philippe Garrel, Le Grand Chariot. Nell'angolo di un hotel sul lungomare romagnolo abbiamo attraversato con lui una carriera pluridecennale, costellata di incroci inaspettati, a volte mancati, alle altre portatori di alcuni dei più bei film della storia del cinema.
BELLARIA FF 41: PERDUTO PARADISO
In occasione della presentazione all'interno del Concorso Gabbiano del 41° Bellaria Film Festival di Perduto paradiso in due rulli di Luca Ferri, Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa, abbiamo avuto con Franco Piavoli un'intensa e appassionata conversazione, arricchita dalla comparsa estemporanea di Michelangelo Frammartino, amico e in qualche modo erede del cinema del regista.
CANNES 76: THE ZONE OF INTEREST
Filmidee propone una conversazione aperta sul nuovo film di Jonathan Glazer, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 76esimo Festival di Cannes: un'opera epocale e avanzata, che si confronta con il problema etico della rappresentazione per mettere in scena il ricordo dello sterminio e l’eternità della violenza.
CANNES 76: EUREKA
Presentato nell’inedita sezione Cannes Première, Eureka segna il ritorno alla regia, nove anni dopo Jauja, di Lisandro Alonso. Carico d’aspettative artistiche e produttive, il risultato finale appare più come momento di passaggio e riflessione nella filmografia dell’argentino.
CANNES 76: AUGURE
Presentato nella sezione Un Certain Regard, l'esordio alla regia del rapper belga-congolese Baloji ci ricorda il potenziale inespresso del realismo magico africano attraverso la messa in scena di un'esperienza sensoriale destablizzante.
CANNES 76: MAY DECEMBER, THE BOOK OF SOLUTIONS, FALLEN LEAVES
Tre film presentati al 76esimo Festival de Cannes riportano il comico nel linguaggio del cinema d'autore per raccontare tre gradi di relazione tra individuo e mondo: lo scollamento cognitivo, la follia fantastica dell'infanzia e l'ambiguità della disillusione.
CANNES 76: THE FEELING THAT THE TIME FOR DOING SOMETHING HAS PASSED
Presentato alla Quinzaine des cinéastes del 76esimo Festival de Cannes, l’opera prima di Joanna Arnow è una commedia brillante e sardonica che aggiunge un capitolo innovativo all'autofiction del corpo femminile.
SCREENING - Archivio
FAIRYTALE
Nel suo ultimo film Sokurov porta l’ispirazione dantesca fino in fondo, identificando la visione divina con un comunismo della materia in mezzo a cui i despoti del passato si muovono smarriti, agognando una salvezza eterea che sembra non arrivare mai.
SAINT OMER
Nel suo primo film di finzione Alice Diop ci pone di fronte alla banalità degli eventi straordinari, sempre sotto la lente di ingrandimento per la loro capacità di raccontare le problematiche non risolte delle nostre esistenze.
LUX AETERNA
In questo mediometraggio Gaspar Noé dimostra di voler ancora sfidare lo sguardo del proprio pubblico, per allargare e infastidire la visione, provocando nuovi modi atti a sconvolgere il punto di vista collettivo sul reale.
BENTU
Nel suo ultimo film Salvatore Mereu racconta la ruralità di un mondo lontano nel tempo ma non ancora completamente abbandonato, anzi orgogliosamente difeso. Com’è giusto che sia.
THE HUMANS
L'opera prima di Stephen Karam parte dall'horror per seguire poi la forma dell'allegoria e plasmare un dramma familiare. Il risultato è sì orrorifico, ma non come si potrebbe venire indotti a pensare.
FIRE OF LOVE
Maneggiando con grazia la potenza rivelatrice delle immagini d’archivio, nel suo ultimo documentario Sara Dosa racconta l’incredibile storia di una coppia di vulcanologi, ovvero l’intrecciarsi di due misteri abissali: come funziona la Terra? E come l’amore?
MEN
Con il suo ultimo lungometraggio Alex Garland decide di scegliere un j’accuse che mostra il fianco alla retorica, ma che allo stesso tempo dice quello che molti e molte pensano rispetto alla questione di genere, al netto dello spettacolare registro sovrannaturale della messa in scena.
NOPE: GOOD TIMES / BAD TIMES
Il nuovo film di Jordan Peele si distingue come un oggetto non identificato particolarmente divisivo: segnale di un cinema in grado di fondere teoria e intrattenimento o epigono di un certo vizio del cinema contemporaneo, chiuso in un inseguimento del senso fine a se stesso?
MARINER OF THE MOUNTAINS
Alla ricerca delle tracce paterne, il regista Karim Aïnouz esplora l'Algeria con riservato pudore. Punteggiato da dubbi e piccole epifanie, un viaggio in forma di documentario capace di contagiosa umanità.
MEMORIA
L'ultima opera di Apichatpong Weerasethakul assomiglia a un fulmine impazzito che piomba nella scena per lasciare una crepa, per attraversare una soglia che è necessario varcare per comprendere l’altro da sé.
SCREENING
SPACCAPIETRE
Partendo da uno spunto biografico-familiare – la morte in giovane età della nonna dei registi, bracciante pugliese – il nuovo film dei fratelli De Serio, presentato alle Giornate degli Autori, trasfigura il racconto in un universo polimorfo e atemporale, in cui a regnare è la fede nel possibile cinematografico.
MATTHIAS E MAXIME
L'ultimo lungometraggio di Xavier Dolan diventa l’occasione definitiva per attribuire al suo cinema i legittimi meriti. Mai realmente sovversivi, i film del regista canadese rappresentano in realtà uno dei più godibili - nonché prolifici - esempi artigianali di regolarità filmica.
I MISERABILI
L’esordio alla regia di Ladj Ly trova nel capolavoro di Victor Hugo un parallelismo ossigenato che va oltre la scelta del titolo. Rabbia, ingiustizia, umanità: a 17 km da Parigi lo spirito di Hugo non viene solo evocato ma diventa lo spunto per una rilettura contemporanea di interessante rigore.
L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI
La stanza d’albergo 212 si trasforma, per una notte, in un palcoscenico dove Maria osserva la sua vita a distanza di sicurezza. Teatro, cinema, storia d’amore: l’ultimo film di Christophe Honoré è un brillante gioco di sogni che prendono corpo.
NEVER RARELY SOMETIMES ALWAYS
L'ultimo lungometraggio di Eliza Hittman, Orso d'argento all’ultima Berlinale, parte da un mesto viaggio di due amiche verso una clinica abortiva per raccontare una vulnerabilità imposta, che impedisce di pensare al proprio percorso come a un cammino di formazione, dove le libere scelte possano considerarsi davvero tali.
THE OTHER SIDE OF THE WIND
L'opera postuma di Orson Welles è un esempio da manuale di “stile tardo”, frutto di una mente creativa che, giunta alle soglie della terza età e pungolata dall’incombere della morte, si è fatta ancora più fervida e imprevedibile che in gioventù.
HONEY BOY
Scritto da Shia LaBeouf sulla base della sua travagliata esperienza da child actor, il film di Alma Har’el è una lirica del dolore e del suo potere trasformativo, che rifugge ogni retorica e patetismo abbracciando, in tutte le sue possibili tensioni, il lato più umano del rapporto tra un padre e un figlio.
CATTIVE ACQUE
In una ricostruzione cronachistica precisa e tesa, ma criticamente fragile, il legal thriller di Todd Haynes mostra di rifuggire la complessità assecondando la tendenza contemporanea ad accusare invece di compiere sforzi autoriflessivi.
ALICE E IL SINDACO
Rohmeriano nello spirito e raffinato nella costruzione, il secondo lungometraggio del francese Nicolas Pariser conferma l'autore tra gli sguardi più spiccatamente politici della sua generazione, offrendo uno spaccato intergenerazionale sulla crisi civica del contemporaneo.
ZANA
Con sguardo lucido, a metà tra empatia e distacco, l'esordio della filmmaker kosovara Antoneta Kastrati costruisce una riflessione sul tormento della sopravvivenza e sull'omertà dei vivi, in cui le immagini perdute e ritrovate della protagonista diventano il simbolo di una lotta contro l’oblio: il cinema offre così uno spazio di elaborazione e, forse, anche di cura.