Jeannette – L’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont a Milano
Continua venerdì 13 aprile con la proiezione di Jeannette – L’enfance de Jeanne d’Arc di Bruno Dumont, il film più amato dai cinefili di tutto il mondo, la collaborazione tra Filmidee, Paolo Mereghetti e Anteo Palazzo del Cinema, per un ciclo di proiezioni in cui si intrecceranno percorsi tra classici dimenticati della storia del cinema e i film più innovativi degli autori contemporanei.
Un’occasione unica per vedere l’ultimo film di Bruno Dumont, rilettura dei testi di Peguy sulla pulzella d’Orléans, un musical essenziale e delirante, in cui sacro e profano lottano attraverso i passi di danza della giovane protagonista, mescolando musica metal e momenti d’improvvisa grazia.
“C’era d’aspettarselo che prima o poi Bruno Dumont avrebbe deciso di affrontare una delle figure archetipiche della storia francese. Del resto, Giovanna d’Arco è da sempre stata oggetto di indagine per i grandi cineasti, quasi come se le sue visioni e la sua “croyance” la rendessero oggetto di una sfida, visceralmente connessa all’essenza del cinema. Bresson la coglie nel momento di solitudine esistenziale durante il processo, Rivette come pulzella guerrigliera, Dumont – autore che più di tutti si è avvicinato all’irrazionalità della fede e al mistero della natura – sceglie di raccontarla bambina, nel tempo in cui cresce la sua credenza e si radicalizza la sua convinzione.
Jeanette – L’enfance de Jeanne d’Arc, presentato alla Quinzaine des Realisateurs, è destinato a diventare il film più amato dai cinefili del festival, un’opera che per tanti motivi segna un possibile punto di svolta nella filmografia del regista. L’ironia, che ha fatto ingresso con P’tit Quinquin, incontra qui l’essenzialità di opere come Hadewijch, bilanciando in maniera inedita il tono ludico con virate di intensità mistica. Jeanette ha otto anni e la sua ricerca di Dio si trasforma in un ballo senza sosta in una landa desolata tra il fiume e un pascolo, nei paesaggi scolpiti dal vento della costa d’Opale. La sua voce angelica è sorretta da virate di musica metal, che indicano il movimento chiave della sua danza: la testa buttata avanti e indietro, a scuotere i lunghi capelli. Gli incontri sono sporadici: una madre superiora, un’amica, due bambini poveri, la visione di San Michele che le indicherà il suo destino. Poi, in un secondo tempo, la si ritrova quattordicenne in procinto di elaborare un piano che le permetterà di arrivare a Orleans, grazie all’aiuto di uno zio.
Impostato per quadri, come il duetto di rappresentazioni sacre scritte da Charles Peguy a cui si ispira, il film si presenta come una recita scolastica, che rifiuta il realismo per abbracciare la completa astrazione, come solo Rohmer ha osato fare con il suo Perceval le Gallois. Tutti gli interpreti sono giovanissimi, i costumi ridotti a sacchi di liuta colorati, la scenografia pressoché inesistente: eppure il mondo di Jeanette è puro desiderio, quello di una piccola idealista che crede in un ordine più grande. Dall’alto qualcuno la osserva, creando una vertigine, unico controcampo di una fede che è tutta terrena, e spesso ha come sola risposta il belato di una pecora. Se i balletti vivono della coreografia originale e potente di Philippe Decouflé, la forza del film risiede nello sguardo obliquo di Dumont, che sembra osservare Jeanette dai margini. La sua fede non gli appartiene, ma il suo desiderio per una giustizia terrena che passi anche attraverso il conflitto e la guerra riguarda in maniera immediata il nostro presente. Un film su cui ritornare perché, a oggi, in questo festival nessuna visione è stata altrettanto folgorante”. [Daniela Persico]
SINOSSI
1425: la Guerra dei Cent’anni tra Francia e Inghilterra infuria. La futura Giovanna d’Arco ha appena dieci anni e vive a Domrémy in Lorena. Un giorno, mentre si prende cura della sua pecora, confessa al suo amico Hauviette di non sopportare più di assistere alla sofferenza causata dagli inglesi. La signora Gervaise, una suora, cerca di farla ragionare, ma la giovane è pronta ad imbracciare le armi per la salvezza delle anime. Questo racconto dei primi anni di vita di Giovanna d’Arco mescola cinema, musica e danza con uno sguardo contemporaneo, ponendo in contrasto coreografie e spiritualità.
CRITICA INTERNAZIONALE
Bruno Dumont realizza con Jeannette il suo film più impuro, bizzarro e sovraccarico ma allo stesso tempo il più fieramente minimale e superbo. Con questo piccolo capolavoro, il suo cinema si staglia definitivamente nell’empireo della settima arte. [Cahiers du Cinéma]
Sospeso tra Straub-Huillet e Headbanges Ball, Monty Python e Messiaen, il nuovo film di Bruno Dumont “Jeannette, l’enfance de Jeanne d’Arc” segna una sintesi inaspettata e quasi perfetta dell’interesse e dell’ossessione sull’iconoclastia da parte del cinema francese. [Cinema Scope]
INFO
Venerdì 13 aprile alle ore 21:30 all’Anteo Palazzo del Cinema.
La proiezione sarà accompagnata da Daniela Persico e Alessandro Stellino.