THEY
L'esordio nel lungometraggio dell’iraniana naturalizzata U.S.A. Anahita Ghazvinizadeh è un film sui passaggi rifiutati, sulle transizioni rinviate: non solo di genere, ma anche tra fanciullezza e età adulta, tra la libera indeterminazione e il bisogno di definire confini, norme e codici.
CANNES 71: SI SALVI CHI PUÒ L’IMMAGINE
Presentato in concorso, Le livre d'image ribadisce uno dei capisaldi concettuali propri dell'ultimo Godard: la guerra perpetua in cui viviamo è dovuta al dominio schiacciante della parola, e dunque della legge. L'unica possibilità di redenzione risiede nell'immagine.
CANNES 71: IL SOGNO DI
DIAMANTINO
Con Zimna voïna (Cold War), Pawel Pawlikowski firma il miglior film visto finora in concorso, melodramma politico sulla Polonia stalinista nell'arco di due decenni. Ma la vera sorpresa arriva dalla Semaine della Critique con il folle Diamantino di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt.
L’ISOLA DEI CANI
Più che ridefinire la centralità dell'uomo e del suo sguardo, Wes Anderson si concentra sulla natura delle immagini, tanto inevitabilmente superficiali quanto increspate da qualcosa che le eccede e le travalica per sua stessa natura. Forse alla ricerca di un altrove dove portare le sue storie.
YVONNES
Nel film di Tommaso Perfetti, premiato nel 2017 a Vision du Réel, l’immagine si imprime sulla pelle del soggetto che intende raccontare, sprigionando, proprio grazie alla sua fragilità, una forza inaspettata e commovente.
CANNES 71: IMMAGINI MANCANTI
Il documentarista Stefano Savona torna nella Striscia di Gaza con La strada dei Samouni, presentato ieri alla Quinzaine des réalizateurs e arricchito dalle magnifiche animazioni di Simone Massi. In competizione, il russo Kirill Serebrennikov racconta in punk nell'URSS prossima al tracollo.
CANNES 71: MATERIA BRUTA
La seconda giornata del Festival è segnata dall'opera monumentale di Wang Bing, Dead Souls, documentario di otto ore sui sopravvissuti del campo di rieducazione di Mingshui presentato Fuori Concorso. Deludono Farhadi e Loznitsa.
LA SVOLTA DI CANNES
50 anni dopo la messa in discussione della manifestazione nel 1968, e un anno dopo la criticata edizione del 2017, la selezione di Cannes apre a nomi nuovi e a soluzioni di programmazione impreviste. Mentre il ruolo del critico viene definitivamente relegato ai margini.
THELMA
Il pregio del racconto di formazione al centro del nuovo lavoro di Joachim Trier è il suo incedere interiore e simbolico – tutto basato sul problema, originale rispetto alla frammentata e vasta tradizione da cui il film deriva, della distanza tra realtà e finzione.
FUORI L’AUTORE. E POI?
Gli appunti lucidissimi di Buttafava, alla fine degli anni Settanta, intorno alla politique des auteurs e tutto il carico di illuminazioni definitive o provvisorie, memorabili o bizzarre, le idiosincrasie più personali, talvolta destinate a diventare i pilastri della saggezza critica a venire, talvolta ad affondare nella palude dei privatissimi calembours.