OPPENHEIMER
Vent'anni dopo Memento Christopher Nolan raggiunge il punto apicale del proprio cinema, sempre più teso a un avanguardismo di massa impegnato a rendere visibili ed esperibili le nuove condizioni della conoscenza.
BARBIE
L’ormai miliardario film di Greta Gerwig si destreggia con maestria tra slanci comici e una vocazione femminista. Ma riesce a superare il limite di essere un film “brandizzato”?
L’OCCHIO DI VETRO
Duccio Chiarini parte dalla storia della sua famiglia per sondare il rimosso fascista di una nazione, riconnettendo il cinema ai fantasmi maledetti e tuttavia umani della nostra Italia.
IL PALAZZO
Riflessione e bilancio su un film mai concluso e sulle velleità del suo regista perduto, l'opera di Federica di Giacomo si fa erede di aspirazioni e solitudini diventando un’azione artistica collettiva e una storia a tutti gli effetti, sospesa sulla contemporaneità.
UN MONDE
L'opera prima di Laura Wandel interroga sguardo e percezione dello spettatore: se la corsa alla verosimiglianza sembra celare subdolamente i meccanismi di finzione, resta la sincerità di un racconto che rilancia la centralità della gentilezza nel mondo dell'infanzia.
KIMI
Per eccesso di consapevolezza o didascalismo, il film da piattaforma di Steven Soderbergh, che cala il contesto pandemico nella fitta rete della tecnologia di sorveglianza, non riesce a problematizzare fino in fondo i sintomi e l'arco drammaturgico della sua protagonista.
VERA
Vera, premiato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia per miglior regia e miglior attrice, catapulta chi guarda in un universo instabile, dove realtà e finzione, cinema documentario e fiction sono categorie che si combinano, interagiscono, si fanno corpo.
LE PUPILLE
Tra Elsa Morante e Goffredo Fofi, Alice Rohrwacher gioca con il significato storico e culturale di una corrispondenza tra due intellettuali del Novecento italiano e la riusa per costruire un film che è apologia della trasgressione femminile e dichiarazione di poetica.
THE WHALE
Una conversazione sulle ambiguità di Darren Aronofsky, che è tornato a dividere il pubblico con il suo ultimo film: consacrazione di un autore giunto alla propria maturità artistica o furba operazione di pietismo?
MUTZENBACHER
Con un dispositivo sofisticato all'insegna del reenactment, Ruth Beckermann parte dalla vicenda romanzata di una prostituta minorenne viennese di inizio Novecento per rovesciarla in una riflessione sullo sguardo e il pensiero maschile intorno all'odierna libertà sessuale.