THE NORTHMAN

Davide Palella

Il terzo lungometraggio di Robert Eggers è uno strambo e post-moderno colossal in bilico costante tra l'aulico e il triviale, tra apparato produttivo e impulso artistico, secondo una costante negoziazione per la quale pare non esserci più spazio per il fuori campo.

PICCOLO CORPO

Ilaria Scarcella

Laura Samani ragiona sulla finzione a servizio del reale portando a compimento il viaggio di un'eroina all'insegna di un riscatto: sociale, morale, moderno.

REFLECTION

Leonardo Strano

Valentyn Vasyanovych radicalizza la fissità delle sue immagini oltre ogni dubbio, per cercare di rappresentare lo stato di catatonico dolore che da quasi un decennio sconvolge l'Ucraina. Così facendo mette in gioco il cinema e rischia di perderlo.

LICORICE PIZZA

Francesca Monti

In una nazione-bambina, guidata dal solo bisogno di appagare desideri, siano guerre o pulsioni sessuali, i protagonisti dell'ultimo film di PTA convertono il bisogno di essere riconosciuti in quello di rispecchiarsi l'uno nell'altra. Se anche l'amore è una forma di regressione, certamente è la meno dannosa.

LEONORA ADDIO

Dario Gigante

Maraviglioso Taviani. Con libertà e fantasia, il regista toscano torna ad accostare Pirandello in un film profondo e lieve, inconsueto e sorprendente, vincitore del premio Fipresci alla 72ª Berlinale.

PETITE MAMAN

Ilaria Scarcella

Nella sua ultima opera Céline Sciamma quasi abusa dell'immagine-affezione, con lo scopo di eludere il conflitto con il mondo esterno per concentrarsi su quello interiore, stanato con sguardi e risposte fuori campo.

WHAT DID JACK DO?

Emilio Maggio

Partendo da una riflessione sul cortometraggio di Lynch, un'analisi sulla figura umana rispetto allo spirito dei tempi, che presagisce la crisi del devastante modello antropocentrico come testimone della storia del mondo.

DRIVE MY CAR

Davide Palella

Ryusuke Hamaguchi non pone alcuna discriminazione qualitativa tra opera d'arte e realtà, facendosi interprete così dell'antico pensiero giapponese che porta all'immanenza in ogni sua espressione, in contrapposizione a un presente in cui non sembra più esserci spazio per l’imprevisto e dove tutto diventa frutto di una prefigurazione professionale.

WEST SIDE STORY

Francesca Monti

Steven Spielberg mette in scena un cinema che non è una scena da rivisitare, ma è al contrario un organismo incontenibile, che sa dispiegarsi con tutta la sua potenza davanti ai nostri occhi, per capire se le macerie che abbiamo intorno sono ciò che è stato distrutto, o ciò che deve essere ancora costruito.

WHAT DO WE SEE
WHEN WE LOOK
AT THE SKY?

Alessandro Del Re

Il film di Alexandre Koberidze, presentato in concorso alla 71ª Berlinale, conferma uno dei talenti più puri del cinema internazionale, capace di creare un affresco miracoloso in cui lo stupore della visione rimane intatto come di fronte a un incantesimo.