VEDERE ATTRAVERSO
Configurando Avatar: La via dell’acqua come un ambiente immersivo e sinestetico, James Cameron fa il punto sullo stato di salute dell’immagine digitale e inventa un nuovo spettatore, pronto a fare esperienza di una realtà che non esiste ma si presenta vera 48 fotogrammi al secondo.
SAINT OMER
Nel suo primo film di finzione Alice Diop ci pone di fronte alla banalità degli eventi straordinari, sempre sotto la lente di ingrandimento per la loro capacità di raccontare le problematiche non risolte delle nostre esistenze.
INDOCILI: TARDO AGOSTO
Attraverso un lavoro impostato sul suono e solo dopo sulla composizione dell’inquadratura, Cammarata e Foscarini scelgono di farsi sorprendere da ciò che la durata di un paesaggio può infliggere a un astante, nei momenti più inaspettati di una lunga attesa.
INDOCILI: SONNENSTUBE
In Sonnenstube Davide Palella compone un omaggio a un umile testimone della storia della luce, trasfigurando il documentario d'archivio per evocare una sfida che riguarda l'invisibile e i limiti della rappresentazione.
TFF 40: VITA TERRENA DI AMLETO MARCO BELELLI
Presentato in concorso tra i documentari italiani al 40° Torino Film Festival, il nuovo film di Luca Ferri parla di morte, ma crepita di vite. Per Ferri mostrare il mistero di un’esistenza significa imprigionarlo in una struttura, nel riquadro definito dell’immagine.
FILMMAKER FEST 42: NUIT OBSCURE
Dopo il passaggio al 75esimo Festival di Locarno, Nuit Obscure – Feuillets sauvages vince il Filmmaker Festival 2022: è un film che porta al grado zero le strategie di controllo del reale per trovare nello sguardo non un’occasione di possesso ma di testimonianza.
INDOCILI:
HAPPY NEW YEAR, JIM
Nell’universo del cortometraggio Happy New Year, Jim di Andrea Gatopoulos le gerarchie tra realtà autentica e finzione saltano. Il fuoricampo è anch’esso simulato e simulacro, lo sguardo diventa gameplay, e il cinema si fa copia di copia.
INDOCILI:
THE KENNEL
In quest'opera Demetrio Giacomelli si muove tra found footage, film amatoriale e videoarte, ma come è chiaro da questa abbondanza di etichette il film sfugge ad ogni definizione di genere, raggiungendo così un'estrema libertà narrativa.
INDOCILI: BADABÒ
Il documentario di Stefano Cau racconta il mondo degli anziani relegati ai margini della società. Non si tratta però di una denuncia sociale, quanto di uno sguardo su uno scorcio di realtà attraverso una messa in scena anarchica e gioiosa, che mette da parte ogni costruzione forzatamente formale.
INDOCILI: UNA VOLTA ANCORA
Nel suo film Giulia Di Maggio riduce la presenza umana e affida il racconto quasi unicamente ai luoghi e agli oggetti che li riempiono, lasciando a chi guarda un senso di profondo affetto.