IL CINEMA NON SERVE A NIENTE. INTERVISTA A MARCO FERRERI

Adriano Aprà

Realizzare un film è inutile, ma ancora più inutile è parlarne. L'autore di “Dillinger è morto” demolisce allegramente (e amaramente) il “nuovo cinema”, i suoi esegeti e le loro velleità “rivoluzionarie”.

3D: GODARD vs GREENAWAY

Marco Grosoli

Al festival di Cannes è stato presentato "3 x 3D", un trittico realizzato da autori che si sono accostati alla nuova tecnologia con diversi intenti. Un'occasione per confrontare l'arte del cinema di Godard al cinema d'arte di Greenaway.

FILM PER I VIVI

Alessandro Stellino

Tornare su “Holy Motors” un anno dopo: non per difendere una presa di posizione, ma per constatare l'evidenza di un film spartiacque. Tra chi rimpiange la morte del cinema e chi cerca di reinventare la propria posizione nei nuovi scenari sconvolti.

NOTE SUL “VULGAR AUTEURISM”

Girish Shambu

Se Michael Bay è davvero un autore. Riflessioni sparse su un fenomeno critico in voga di questi tempi: quello che porta agli allori registi di film d'azione e horror adrenalinici e, soprattutto, americani. Una nuova "teoria degli autori popolari" bisognosa di argomentazioni più salde.

AI MARGINI DEL REALISMO

Filippo Ticozzi

Chiamato a partecipare a un volume collettivo inglese sullo stato del cinema indipendente, il filmmaker Filippo Ticozzi elabora una riflessione sulla produzione degli ultimi dieci anni tra documentario e cinema sperimentale. Per un nuovo cinema politico italiano.

CANNES 66: STORIA DI UN AMORE

Giulio Sangiorgio

Ha vinto la Palma d'oro tra le polemiche: "La vie d'Adèle" di Kechiche è un film a fior di pelle che con grazia spartana e potente articola in un nuovo dispositivo cinematografico la lingua del realismo tra teatro e televisione. Tre ore di amore, sesso, sudore e lacrime.

CANNES 66: GUARDARE MARX DA PECHINO

Pietro Bianchi

"A Touch of Sin" di Jia Zhangke sorprende con l'immaginario del wuxia. Nello scenario di una Cina globale rivela l'impasse in cui è caduto il cinema politico contemporaneo, ancorato all'individualismo che diventa collettività solo nella lotta contro il Capitale.

CANNES 66: NASCITA E MORTE DELLO SPETTACOLO

Marco Grosoli

Due film a confronto: "Behind the Candelabra" di Steven Soderbergh, celebrazione macabra e rutilante della fine della società dello spettacolo, e "The Immigrant" di James Gray, originaria e infausta promessa dei tempi che verrano.

CANNES 66: L’ALIBI ERA IMPERFETTO

Giampiero Raganelli

In “Norte”, ultima fatica di Lav Diaz, il colore sostituisce l'abituale bianco e nero. Ma la policromia dei paesaggi si carica di ambiguità, e la bellezza dei luoghi fa da sfondo ad un cupo apologo, dal sapore dostoevskjano, sulla “giustizia” fallibile degli uomini.

CANNES 66: AI MARGINI DEL LAGO

Francesco Boille

Film gay? Film d'amour fou? Film-fumetto? O addirittura film noir? Definizioni che si sommano e si elidono a vicenda per una delle opere più convincenti viste quest'anno a Cannes. “L'inconnu du lac” è un film universale che riguarda tutti noi.