OBERHAUSEN: IL MONDO (IN)VISIBILE

Tommaso Isabella

Impressioni dall'ultima edizione del festival di Oberhausen: accanto ai tentativi (non sempre riusciti) di mappare l’attualità del cinema post-internet, resiste la passione “fisica” per la pellicola nei lavori di Luther Price ed Helga Fanderl.

TO THE WONDER

Marco Grosoli

Malick torna a lavorare sulla frattura insanabile tra linguaggio e sensazione che innervava le sue ultime opere.
Un cinema a-cosmico in cui nulla è al riparo dalla Caduta.

BEFORE MIDNIGHT

Roberto Manassero

Tutto ciò che una commedia non può e non dovrebbe essere: il racconto dell'orribile verità dell'amore vissuto. A contare, più di ogni aspetto formale, è la normale eccezionalità di un'esperienza uguale a milioni di altre nella vita vera.

IL GRANDE GATSBY

Gabriele Gimmelli

Baz Luhrmann sembra affetto dalla stessa sindrome del suo protagonista: recuperare il passato. Ma se vent'anni fa rimpiangeva il cinema di mezzo secolo prima, oggi si trova a rimpiangere il (suo) cinema di vent'anni fa.

EFFETTI COLLATERALI

Edoardo Becattini

Sotto la superficie thriller, l'ultimo lavoro di Steven Soderbergh si rivela un saggio sulla manipolazione e la manipolabilità della cognizione spettatoriale nel cinema moderno e contemporaneo.

SOLO DIO PERDONA

Emanuele Sacchi

Gaspar Noé e David Lynch incontrano Prachiya Pinkaew per una rivendicazione inaspettatamente sincera del cinema di genere. E un consapevole atto di sottomissione da parte dell'Occidente e del suo cinema.

CONFESSIONS

Stefano Locati

Racconto di deformazione più che di formazione, Confessions rielabora la metafora dello scontro generazionale portandola alle estreme conseguenze. Un coacervo pulsante di vendette e solitudini, disperazioni e grida nel silenzio.

THURSDAY TILL SUNDAY

Francesca Monti

Attraverso il racconto minimalista di un viaggio in automobile verso il nord del Cile, l'esordiente Dominga Sotomayor mette in scena la memoria di momenti apparentemente insignificanti dell'esistenza.

MARFA GIRL

Elisa Cuter

Il fallimento di una generazione e della fiducia che Larry Clark sembrava riporre nel sesso e nella sua rappresentazione. Un'opera forse meno potente di "Kids", ma anche più misurata e per alcuni versi più interessante.

NELLA CASA

Emanuele Tealdi

A dispetto della compostezza delle sue immagini, il film di Ozon si presenta come un'opera stratificata e dai segni plurimi, in cui l'attrazione fatale per una donna borghese si traduce nel desiderio di racconto e di raccontare.