CONTRO GLI STEREOTIPI. INTERVISTA A STEFANO SAVONA
Il percorso di un egittologo diventato filmmaker. Contro la banalizzazione televisiva dell'immagine e i cliché dalla stampa, il documentario può essere un autentico strumento politico.
FILMARE IL SILENZIO: INTERVISTA A PIETRO MARCELLO
Il regista casertano racconta a Filmidee il suo ultimo film, dedicato alla figura del cineasta armeno Artavazd Pelešjan: due registi, due generazioni, due culture lontanissime dialogano fra loro. In silenzio.
SONO SION, O DEGLI ETERNI RITORNI
La retrospettiva a lui dedicata dall'ultimo Torino Film Festival ha consentito una visione complessiva della filmografia del regista giapponese, in costante equilibrio fra sperimentazione underground e grandi budget.
LA NOSTALGIA NELL’EPOCA DELLA SUA RIPRODUCIBILITÀ TECNICA
Remake, rétro, remix, rentrée: un percorso tra le forme della nostalgia, dalla cinefilia degli anni '70 alla moda vintage dell'ultimo decennio. Per capire come mai il passato è sempre più presente nella cultura di massa.
DRIVE: SUL VIALE DELLA MEMORIA
Drive di Nicolas Winding Refn come prodotto tipico dell'era del feticismo della memoria, attraverso un'accurata esplorazione delle sue fonti: ma basta l'appassionata fascinazione per il noir a fare grande un film?
HUGO CABRET: IL FUTURO DELLE ORIGINI
Scorsese prosegue il suo “viaggio personale” nella storia del cinema, confrontando le nuove tecnologie e la magia di Méliès. La lezione di un maestro che non perde la fiducia nella vitalità dell'arte cinematografica.
THE ARTIST: IL MUTO, LA MODA E LA MORTE
Il film di Hazanavicius è un'operazione finto-colta che si spaccia per coraggiosa celebrazione di un cinema scomparso, mentre ne intona il De Profundis. Supina al responso del pubblico, la critica applaude entusiasta.
TABU: IL PASSATO È ADESSO
Come un orologio impazzito, il cinema contemporaneo guarda inesorabilmente al proprio passato. E mentre i più si cullano nella nostalgia, Miguel Gomes usa la memoria per dare voce a ciò che è stato cancellato dalla Storia.
WAR HORSE
Insieme a pochi altri, oggi Spielberg è il cinema americano. Nessun culto feticistico, nessun pigro omaggio ai classici: il cinema è un’arte del presente, un corpo vivo, ancora in grado di raccontare e vivere.