DIECI SUGGERIMENTI
Nell'Italia di oggi la situazione della critica è gravissima. Si può evitare l'autoreferenzialità? Si può essere trasversali senza trascurare lo stile? Soprattutto, per chi si fa critica? Dieci piccole regole per il critico di domani.
LA CINEFILIA (RI)TROVATA
Dalla paleo-cinefilia alla cinefilia digitale. I mutamenti della fruizione collettiva e gli spazi di manovra della pratica critica negli ultimi 25 anni visti da un osservatorio privilegiato: Il Cinema Ritrovato di Bologna.
NETFLIX: IL CIRCOLO VIRTUOSO
Un ex dirigente dell'industria dell'intrattenimento, cinefilo della vecchia guardia, racconta il suo rapporto con l'azienda online che ha messo a disposizione di 20 milioni di utenti oltre un secolo di storia del cinema.
3D(EUTSCHLAND): RIFLESSIONI SU PINA E CAVE OF FORGOTTEN DREAMS
Due grandi registi tedeschi per la prima volta alle prese con il 3D. Per Wenders è un’occasione per tornare a riflettere sul cinema e le sue modificazioni; per Herzog una lente che trasforma la durata in allucinazione e sogno.
PERCHÈ IL 3D NON FUNZIONA E NON FUNZIONERÀ MAI. CASO CHIUSO
Scuro, piccolo, a scatti, alienante e dispendioso. Quanto ci vorrà prima che la gente capisca che non ne vale la pena? Il futuro del 3D secondo il montatore di Apocalypse Now e La conversazione: una disamina dettagliata e impietosa.
I TEMPI MORTI DEL CINEMA
The Clock, il video di Christian Marclay vincitore dell'ultima Biennale, è un montaggio lungo 24 ore di brani di film che hanno come oggetto il tempo. Un'opera-monstre che si fa riflessione sulla “vita postuma” del Cinema.
ALLA FINE DEL CINEMA, QUESTA COSA CHIAMATA FILM
Light Spill, ultima opera di Sandra Gibson e Luis Recoder, evoca un cinema abbandonato, una tecnologia analogica lasciata a se stessa. La messa in scena del film come oggetto ineffabile, organico e inorganico, obsoleto e ostinato.
RAÚL RUIZ (1941-2011): IL RACCONTO MUORE CON IL NARRATORE
Il magnifico congedo del cineasta cileno: "I misteri di Lisbona" è il frutto maturo ed ultimo di una ricerca filmica preziosa e inesausta, capace di toccare, in cinquant'anni e 112 opere, tutti gli ambiti dell'audiovisivo.