TEXAS FRIED NOIR

Mauro Gervasini

Diverte il nuovo film di William Friedkin, Killer Joe, che esaspera i meccanismi narrativi del filone "white trash", scardina i parametri canonici delle istituzioni e si chiude con la fellatio più assurda mai vista al cinema.

VENEZIA 68: GROUND ZERO

Daniela Persico e Alessandro Stellino

Un bilancio finale per l'edizione della Mostra che meglio incarna gli otto anni della direzione Müller. Un composto panorama di autori, ricchissimo (forse troppo) di visioni, con una grande pecca: il cimitero degli elefanti italiani.

NUOVO CINEMA OVS

Dario Zonta

Un'analisi al vetriolo di Terraferma di Crialese, vincitore non senza polemiche del Gran Premio della giuria a Venezia. Contro un certo cinema italiano, ipocrita e mistificante, finto ed estetizzante.

CRONACHE DI ORDINARIA DESOLAZIONE

Francesco Boille

Il fumettista Gipi, all'esordio dietro la macchina da presa, firma il ritratto (poco fantascientifico) di un'Italia apatica e disillusa, incapace di indignarsi e cieca di fronte alla meraviglia.

DISPOSITIVI DI RESISTENZA VISIVA

Pasquale Cicchetti

Il regista iraniano Jafar Panahi, costretto da una sentenza politica a non varcare i confini del proprio Paese e a non girare film, arriva a Venezia con un'opera estrema dal titolo provocatorio: This Is Not a Film.

NESSUN UOMO È UN’ISOLA

Tommaso Isabella

“No man is an island” recita un celebre verso di John Donne: il primo lungometraggio di Ben Rivers fornisce un’interessante smentita a questa affermazione, scartando con grazia ogni caduta nel pessimismo solipsistico.

MONEY FOR NOTHING

Emanuele Sacchi

Stanco della dicotomia gangster movie-commedia romantica che ormai caratterizza la sua carriera da quasi vent'anni, Johnnie To tenta una nuova via con Life Without Principle, in nome della trasversalità e della contaminazione.

LEGGERO COME UNA PIUMA

Francesco Boille

L’oiseau di Yves Caumon. Un film incentrato sui vuoti e sulle assenze, sull'impalpabilità del desiderio e sulla persistenza delle percezioni. Ma anche sulle prigioni che ci costruiamo intorno per paura delle emozioni.

MATER DOLOROSA

Pietro Liberati

Kotoko di Tsukamoto è un film capace di fondere alla perfezione fantastico e ordinario, psicologia e lirismo, per aprirsi alla commozione nel modo più imprevedibile. Una delle opere migliori del regista di Tetsuo.