LA CRITICA? UN ATTO D’AMORE
INTERVISTA A JONATHAN ROSENBAUM
Intervista esclusiva al critico e saggista americano Jonathan Rosenbaum, uno degli interlocutori più acuti e vivaci del cinema della contemporaneità, di cui traduciamo per la prima volta tre testi fondamentali.
L’OPPRESSIONE DELL’INTRATTENIMENTO
Definiamo l'intrattenimento in base a ciò che esso non è. L'intrattenimento non è arte. L'intrattenimento non è religione. L'intrattenimento non è filosofia. L'intrattenimento non è politica. Ma allora cosa?
IN DIFESA DEI NON-CAPOLAVORI
Chi vuole “rimpiazzare” vecchi capolavori con nuovi è destinato a rimanere frustrato, perché i film che oggi contano sono altrettanto incategorizzabili di quelli degli anni '60 al momento della loro uscita.
DOVERE E PIACERE NELLA CASA DELLA FINZIONE
Come un maestro del free jazz, il regista di Out 1, Spectre e Céline et Julie vont en bateau scoperchia un vaso di possibilità inesplorate, tenendo lo spettatore in equilibrio precario sulla corda tesa, senza rete di protezione.
TFF33: LO SGUARDO SELVATICO
Un'opera che spicca nel concorso del 33° Torino Film Festival: God Bless the Child di Robert Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck, un film asciutto e selvaggio che segue l'andamento anarchico dell'infanzia.
TFF33: COLONIALISMO SENTIMENTALE
John From di Jõao Nicolau, già montatore di Miguel Gomes, trasforma un'ordinaria storia sentimentale in una miracolosa radura di desiderio senza punizione né sfruttamento. Tra i film migliori del Concorso.
TFF33: QUANDO IL FANTASMA DEL TEMPO SVANISCE
Terence Davies ha ricevuto il Gran Premio Torino. Per l'occasione è stato presentato il suo ultimo film, Sunset Song, un crepuscolare dramma storico che indugia eccessivamente nel calligrafismo.
OFFICE
L'approdo al musical di Johnnie To può essere letto come una tappa naturale, forse inevitabile, nella sua lunga e variegata carriera. Il suo cinema si profila sempre più come un elettrizzante percorso a ostacoli.
ANTONIA
Esordio alla regia di Ferdinando Cito Filomarino, il film tratteggia la breve esistenza della poetessa Antonia Pozzi. Una regia raffinata che si interroga sul senso della parola scritta e la sua impossibile rappresentazione.