UNO SPETTRO
SI AGGIRA
PER L’EUROPA

Mario Blaconà

Una breve riflessione sulla possibilità di fare cinema politico in Italia partendo dall'analisi dell'ultimo film di Morgan Menegazzo e Maria Chiara Pernisa

INDOCILI:
TARDO AGOSTO

Mario Blaconà

Attraverso un lavoro impostato sul suono e solo dopo sulla composizione dell’inquadratura, Cammarata e Foscarini scelgono di farsi sorprendere da ciò che la durata di un paesaggio può infliggere a un astante, nei momenti più inaspettati di una lunga attesa.

LOCARNO A MILANO:
MEDUSA DELUXE

Mario Blaconà

Se la messa in scena è l’impalcatura e la narrazione è la struttura interna, Thomas Hardiman lascia questa struttura cava, dipingendo un thriller volutamente intriso di colpi di scena che non vanno da nessuna parte, e che creano sensazione nella coscienza di essere solo spettacolo.

LOCARNO A MILANO:
SEMRET

Mario Blaconà

Nel film d'esordio di Caterina Mona la memoria assume una dimensione estremamente singolare, quasi capovolta, diventa un’ineludibile presenza, né positiva né negativa, che prima o poi viene a cercarci e a trascinarci fuori dall’oblio.

LOCARNO A MILANO:
ASTRAKAN

Mario Blaconà

Ereditando la lezione di Rohmer e di Pialat e scagliandola nella contemporaneità, David Depesseville fonda il conflitto di Astrakan nel tentativo, volutamente fallito, di entrare nella coscienza del suo protagonista.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

Mario Blaconà

Cosa succede quando un capo di Stato di un Paese in guerra interviene all'interno di una manifestazione cinematografica? Una riflessione a partire dal pensiero di Jean Baudrillard e dal commento di Jean-Luc Godard.

L’IMMAGINE
E LA DIFFERENZA

Un breve viaggio nel cinema di Mauro Santini, le cui immagini si esprimono come in un sogno che più che affrancarsi da ciò che già è stato cerca di resistergli, andando incontro alla dolce malinconia che sottende una resa, al passato di tutti noi.

È STATA LA MANO DI DIO

Mario Blaconà

Paolo Sorrentino ci costringe ancora una volta a dismettere un giudizio di valore nell’analizzare il suo cinema, ormai trasformatosi in un percorso reazionariamente programmatico, tentandoci così di cedere a catastrofismi e a intravedere dietro a queste opere svuotate di ogni istanza sovversiva, non tanto la morte del cinema, quanto la sua e la nostra sconfitta.

POPOLI 62:
TARDO AGOSTO

Mario Blaconà

In Tardo Agosto, attraverso un lavoro impostato prima sul suono e solo successivamente sulla composizione dell’inquadratura, Federico Cammarata e Filippo Foscarini scelgono volontariamente di farsi sorprendere da ciò che la durata di un paesaggio abituale può infliggere a un astante, nei momenti più inaspettati di una lunga attesa.

TITANE

Mario Blaconà

In Titane Julia Ducournau aggira la gabbia della drammaturgia classica attraverso un’immagine diventata ormai una cosa a sé stante, oltre il genere e la morale, verso una nuova poetica dell'inanimato, senza avventure, senza prove, senza resurrezioni.