MATTHIAS E MAXIME
L'ultimo lungometraggio di Xavier Dolan diventa l’occasione definitiva per attribuire al suo cinema i legittimi meriti. Mai realmente sovversivi, i film del regista canadese rappresentano in realtà uno dei più godibili - nonché prolifici - esempi artigianali di regolarità filmica.
I MISERABILI
L’esordio alla regia di Ladj Ly trova nel capolavoro di Victor Hugo un parallelismo ossigenato che va oltre la scelta del titolo. Rabbia, ingiustizia, umanità: a 17 km da Parigi lo spirito di Hugo non viene solo evocato ma diventa lo spunto per una rilettura contemporanea di interessante rigore.
LA TRUFFA DEI LOGAN
Assiduo sperimentatore, Steven Soderbergh torna alla vitalità scanzonata dei suoi più riusciti ritratti umani, raccontando di una rapina rocambolesca sullo sfondo di un'America provinciale ma non bifolca, in cerca di riscatto e dignità.
UNA DONNA FANTASTICA
Nel suo ultimo film, premiato alla scorsa Berlinale, Sebastian Lelio propone un mélo politico, sceneggiato con rigore e privo di facili sentimentalismi. Una piccola lezione di compostezza per il cinema medio d'autore, che spesso punta di compiacere l'individualità dello spettatore.
UN CANTICO DEI MORTI
Con Fedora Billy Wilder mostra come Hollywood sia definitivamente un luogo spettrale, foriero di idee non reversibili e marcescenti: proprio come l’iter psicologico cui viene sottoposta la sua protagonista che, anche da viva, è sempre morta.
L’EFFETTO ACQUATICO
Film postumo della regista Sólveig Anspach, la commedia perde la rotta proprio nel tornare a Reykjavík e resta imbrigliato in una ripetitività di gag deboli e in un ritratto estremamente semplicistico dei personaggi.
FIORE
Presentato all'ultimo Festival di Cannes, il film di Claudio Giovannesi comprime nei cubicoli di un carcere minorile l'irrequietezza della sua protagonista, con un realismo dalle sfumature immaginifiche.
TRUTH
L'esordio alla regia di James Vanderbilt, già sceneggiatore di Zodiac, si smarrisce in uno sbiadito e prevedibile esercizio di stile risolto nel solito plauso agli attori Redford e Blanchett.
JOY
David O. Russell firma una delle sue opere migliori, ma anche quella che rivela con maggior evidenza la sua dimensione di autore minore, innocuo e indolente, troppo presto osannato dalla critica.
DOVE ERAVAMO RIMASTI
Complici i limiti di sceneggiatura e una diva prossima alla maniera, il film di Jonathan Demme cede alla tentazione del consenso unanime e si rivela il modesto contraltare del virtuoso Rachel sta per sposarsi.
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