COME UN UCCELLO IN GABBIA
Con Anche gli uccelli uccidono, Robert Altman firma una delle sue opere più eccentriche e inventive: un apologo ilare ma amarissimo sulle contraddizioni della gioventù USA. Nel 1970 fu un flop, oggi è un piccolo cult.
IL GIOVANE FAVOLOSO
Il Leopardi di Martone è quanto di più lontano vi sia da uno spirito meramente contemplativo, dal “saccentuzzo”, dall'”eremita”. È invece furiosamente attratto dal mondo reale, dalla sua vastità, dal suo disordine.
MI FA PIACERE SENTIRE CHE LE COSE VI VANNO BENE
Nell'ultimo capitolo della sua originale “Trilogia”, Roy Andersson mette sotto vetro l'Homo Sapiens: indifferenza, avidità, cinismo. Nessuna speranza dunque? Sì, se si sa dove guardare... Leone d'Oro a Venezia 71.
RENOIR E IL SUO DOPPIO
L'esordio televisivo di Renoir è uno dei capolavori della sua tarda maturità. Un "racconto morale" che rielabora il romanzo di Stevenson per mettere in discussione i limiti fra libertà individuale e regole sociali.
VOLTEGGIANDO SULL’ORLO DEL BARATRO
Il film-congedo di Alain Resnais è una delle sue opere più sfilacciate e libere, che mescola e fa collidere fra loro teatro e cinema, TV e fumetto, Ayckbourn e Guitry. Premio Alfred Bauer della Giuria Internazionale.
UN PIZZICO DI FOLLIA. CHARLIE CHAPLIN ALLA MUTUAL
I 12 corti che segnano la definitiva maturità dell'arte chapliniana. Protagonista, come di consueto,è il vagabondo: Grande Intruso che semina scompiglio, simbolo dell'individuo in conflitto col mondo e la società.
A PROPOSITO DI DAVIS
Dietro il tono insospettabilmente empatico, i Coen scrivono un altro spietato capitolo della loro tragicommedia umana. La discesa agli inferi della mediocrità di un Barton Fink con la chitarra a tracolla.
THE ZERO THEOREM
In una carriera come quella di Terry Gilliam, il terzo capitolo della trilogia distopica sembra occupare una posizione tutta sua. Ritorno alle radici più autentiche o fiacca rimasticazione di un immaginario?
PER SEMPRE LASSÙ. HAROLD LLOYD E SAFETY LAST!
Tra i comici del muti, Harold Lloyd è stato quello che ha incontrato maggiori difficoltà nel trovare la propria consacrazione presso la critica specializzata. Ora Criterion lo include nel proprio "canone".
IL GRANDE GATSBY
Baz Luhrmann sembra affetto dalla stessa sindrome del suo protagonista: recuperare il passato. Ma se vent'anni fa rimpiangeva il cinema di mezzo secolo prima, oggi si trova a rimpiangere il (suo) cinema di vent'anni fa.