filmidee

Oggi, sala e tv propongono immagini che si vogliono amatoriali, recuperate dall’archivio farlocco di una farlocca realtà divorata dalla voracità testimoniale, flussi di frame traballanti che descrivono una nuova idea di realismo.

Una rigorosa analisi testuale della saga dei Paranormal Activity, tra i più originali e riusciti esempi di sperimentazione stilistica all'interno del cinema mainstream americano. Una saga che nell'arco di 4 episodi ha elaborato una pratica filmica innovativa.

Un excursus lungo tre decenni di "found footage horror". Le origini nella tecnica romanzesca del manoscritto ritrovato e in due classici letterari, per mostrare come il demone, con il passare dei secoli, è stato capace di impossessarsi si sempre nuove tecnologie.

Fondata da un gruppo di giovani critici-cinephiles, "Cinema & Film" ha vita breve (1966-70) ma senza dubbio intensa. Dalle pagine della rivista, riproponiamo alcune delle più infuocate discussioni di quegli anni, talvolta di sorprendente attualità.

Nell'anno della contestazione, "Cinema & Film" riunisce attorno ad un tavolo gli esponenti più in vista del nascente "Nuovo Cinema Italiano": un confronto serrato di poetiche, scelte estetiche e ragioni economiche.

Sei autori in cerca di pubblico: un'intervista “di gruppo” ai membri della Cooperativa Cinema Indipendente, a proposito di film, politica, sperimentazione linguistica e ostracismo della grande distribuzione.

Realizzare un film è inutile, ma ancora più inutile è parlarne. L'autore di “Dillinger è morto” demolisce allegramente (e amaramente) il “nuovo cinema”, i suoi esegeti e le loro velleità “rivoluzionarie”.

Chiamato a partecipare a un volume collettivo inglese sullo stato del cinema indipendente, il filmmaker Filippo Ticozzi elabora una riflessione sulla produzione degli ultimi dieci anni tra documentario e cinema sperimentale. Per un nuovo cinema politico italiano.

Riprendiamo da Sight & Sound una conversazione sulla fine della pellicola e le sue ripercussioni. Attraverso lo sguardo di due curatori si passano in rassegna i limiti del digitale e la superficialità di una trasformazione epocale.