ESPLORARE IL MISTERO
Di nuovo in sala in versione restaurata, Strade perdute di David Lynch ragiona sul cinema come mezzo espressivo che oltrepassa i limiti del reale e l’immaterialità del sogno. Un film di ipnosi e suggestioni, travestito da melò-noir altamente passionale.
THE FRENCH DISPATCH
Può lo stile inconfondibile di Wes Anderson, che nel tempo he dischiuso tutte le sfumature della malinconia e della sconfitta, essere oggi diventato uno standard per spettatori targettizzati? Una provocazione in forma di lettera da parte di un insospettabile estimatore di vecchia data.
IL RE DI STATEN ISLAND
Il Re di Staten Island rappresenta il primo vero film di rottura nella filmografia di Apatow, che tralascia i dettami del film comico demenziale e mette in scena una storia che possiede la statura della commedia americana più poetica e struggente.
ASSANDIRA
Otto anni dopo Bellas Mariposas Salvatore Mereu torna a raccontare una Sardegna verace e sgradevole, persino respingente. Assandira parla anche e soprattutto della bellezza della terra sarda, ma non la mostra, perché il dramma famigliare al centro della storia, che degenera nel noir autodistruttivo, non ha bisogno di un contesto rassicurante oppure di location mozzafiato, ma solo di bruciare, nella sua disperazione.
L’ETÀ GIOVANE
Premiato fra le polemiche al Festival di Cannes, il nuovo film di Luc e Jean-Pierre Dardenne ritrae provocatoriamente la figura di un giovanissimo islamista radicale, ma ancora una volta esalta l'abilità dei due autori nell'indagare la complessità di gesti, dettagli e stati d’animo, disinnescando le attese di un’opera civile o piattamente didattica.
MADEMOISELLE
Con una magistrale lezione sull'ambiguità dell'eros e recuperando le chiavi di lettura dei suoi film più celebri, Park Chan-Wook aggiunge un ulteriore tassello a un mosaico dietro alla cui folgorante bellezza si cela il racconto di anime mai riconciliate.
VENEZIA 76: JOKER
Sorprendente per messinscena e modelli di riferimento - tra tutti, Martin Scorsese - Joker di Todd Phillips scuote il concorso con la follia sovversiva del suo personaggio, in dialogo con i fantasmi della contemporaneità.
MOLLY’S GAME
Aaron Sorkin si conferma il solito, funambolico, prestigiatore di parole e di dialoghi brillanti, capaci di dare il ritmo al racconto, ma come regista non ha il coraggio di svincolarsi dalle scelte più convenzionali del prodotto medio di consumo.
THE MEYEROWITZ STORIES
Nonostante alcuni passi falsi per eccesso di verbosità, il decimo lungometraggio di Noah Baumbach conferma il talento del regista nel ritrarre l'universo obliquo di una famiglia disfunzionale, tra relazioni irrisolte e la continua necessità di aprirsi al cambiamento.