Autore di una manciata di corti e mediometraggi visionari, Bertrand Mandico realizza con il suo primo lungometraggio, Les Garçons sauvages (2018), uno dei film più straordinari degli ultimi anni. Da sempre alla ricerca di mondi cinematografici inesplorati, il regista francese rievoca ombre del passato con uno stile selvaggiamente viscerale, ponendo lo spettatore di fronte a visioni primigenie in cui anche la citazione si fa creazione. Nelle sue opere i fantasmi di Vigo, Fassbinder, Cocteau, Anger e Borowczyk convivono con le atmosfere dei romanzi di Verne, Stevenson e Kipling all’insegna di uno spirito avventuroso imprevedibile, che trova massima espressione nel celebrato film d’esordio.
“Volevo realizzare il film che mi perseguitava, il film che volevo vedere… Girare una storia che combinasse avventura e surrealismo, isole tropicali e studio, navigazione e tempesta, sesso e metamorfosi… Ho girato il film cercando di abbracciare la fantasia, dando libero sfogo alle mie pulsioni, al mio desiderio di sfumare le carte dei generi, per realizzare un film d’avventura, epico, romantico, organico, fantastico, erotico…”.
Leggete qui la nostra intervista esclusiva al regista.