Quanti e quali sono le componenti di un gioco al massacro? Sartre, in A porte chiuse, ne prevedeva quattro, e lo stesso Yasmina Reza in Il dio del massacro, puntualmente inscenato da Polanski in Carnage. Pinter invece, che su queste situazioni ha costruito buona parte della propria opera, anche cinematografica, può scendere a due, come nella sceneggiatura del remake Sleuth – Gli insospettabili. Cormac McCarthy, in Sunset Limited, asciuga ulteriormente, e non solo ha due uomini in una stanza, ma li chiama Bianco e Nero, così come potrebbe chiamarli l’inquadrato e il criminale, o il nichilista e il credente. Opposti che si scontrano, chiusi in un piccolo appartamento e tra loro solo un tavolino come combattessero una partita a scacchi verbale.
Tommy Lee Jones non è nuovo al teatro, ma ha scelto di realizzarne un adattamento per la cable TV Hbo anziché portarla sulle scene. Quando gliene chiedono ragione risponde serafico che gli sembrava un testo interessante da filmare. Infatti dedica grande attenzione alla messa in scena: i campi e controcampi sono come round di un match che si combatte sulla lunga distanza per arrivare ai punti, momenti di accelerazioni incastonati in cornici più rilassate, con entrambe le figure in scena (a volte grazie a movimenti di macchina per adattarsi ai loro spostamenti) e una gran varietà di inquadrature, giocando di quadro frontale oppure sulla profondità di campo, talora muovendosi intorno ai contendenti e altre inclinando il punto di vista in modo da stagliarli contro il soffitto o schiacciarli sul pavimento. Perché se i personaggi lottano con le parole per avere la meglio l’uno sull’altro, anche per il regista si tratta di una sfida linguistica, una continua rimessa in prospettiva per dare il giusto peso ai rapporti di forza e sottolineare sfumature e ambiguità.
Naturalmente la recitazione degli interpreti – Tommy Lee Jones stesso e Samuel L. Jackson – la fa da padrona, ma pure il sound design riveste un ruolo importantissimo, violando l’ovattata teatralità dell’appartamento con rumori esterni e ricorrendo alla partitura di Marco Balani, per caricare di tonalità sinistre alcuni passaggi e in particolar modo il lacerante finale. A Tommy Lee Jones, però, non interessava solo la sfida (vinta, in modo assai più cinematografico che in Carnage di Polanski) della messa in scena, quanto il testo in sé e il suo scontro di valori. Qual è, dunque, il nocciolo della questione dibattuta da Nero e Bianco? Nientemeno che il senso della vita o più semplicemente se la vita abbia un senso. Il professore è disilluso da tutto, non ama la compagnia di nessuno e non crede in niente, agogna solo la morte e infatti cerca di buttarsi sotto il Sunset Limited, l’ultimo treno della giornata. Nero è stato in galera, ne ha fatte e viste di brutte ed è malapena sopravvissuto, ma ha trovato Dio e cerca di condurre una vita al servizio del prossimo, infatti ha salvato Bianco dal Sunset Limited. L’ha portato in casa sua e non lo lascerà uscire per tutta la notte. È lui che lancia la sfida vedendo il professore come una montagna da scalare per la propria fede, d’altra parte Bianco vorrebbe solo andarsene da quelle mura chiuse da quattro serrature. Così schiva e para i fendenti verbali dell’avversario, lo sfianca e conserva le proprie forze per un devastante affondo all’ultimo round. Uscirà dall’appartamento e certo avrà scosso la fede del Nero, ma non l’avrà abbattuta. Infatti l’invocazione a Dio sul finale è cristologica come un: «Mio Dio, Mio Dio, perché mi hai abbandonato», perché la fede è tale anche nel mistero e nella sconfitta. D’altra parte il professore non si erge a mefistofelica figura tentatrice ed è solo un fine stratega della dialettica, che però nemmeno vorrebbe combattere. Tanto da apparire vittima anziché aggressore per la gran parte del film. Non ha dalla sua la Parola, ma le parole della cultura, ricercate e messe a volte in ridicolo dall’antagonista, ma in grado di scardinarne il discorso e garantirgli la libertà come un grimaldello. In fondo vincono entrambi, ognuno a modo suo, e lo spettatore, che prima della luce dell’alba probabilmente si sarà trovato in accordo talvolta con Bianco e talaltra con Nero, faticherà a riconciliarsi con se stesso. Perché più di ogni altra cosa, il Sunset Limited investe le nostre certezze.
Sunset Limited, regia di Tommy Lee Jones, Usa 2011, 91′