La critica deve essere al servizio del cinema. Ma il cinema deve essere al servizio dell'arte.
Cerchiamo di attenerci a questo principio, sulle pagine di filmidee. Qualcosa diamo e qualcosa chiediamo; anzi: siamo esigenti, nel chiedere, perché nel nostro mestiere ci spinge la passione, e la passione ha bisogno di nutrimento costante, come gli occhi hanno bisogno di luce. Ecco perché ci sforziamo di conservare immutato lo stupore nello sguardo che rivolgiamo al cinema, lo stesso che registi come Albert Serra riescono a infondere nella propria opera. Proprio lui, al centro di un omaggio organizzato in collaborazione con il Milano Film Festival, sarà tra i protagonisti di To the Wonder. Gli ultimi visionari, seconda pubblicazione targata filmidee in uscita a fine anno per Agenzia X (come il precedente Cinema Is Not Dead. We Are), nella quale editeremo approfondimenti e interviste agli autori che ancora osano mettere in discussione le proprie pratiche e il linguaggio condiviso per approdare a nuove forme di cinema. Di fronte alle loro sperimentazioni, capaci di farci vedere con occhi nuovi il mondo restituendoci la sua bellezza primigenia, non si può che provare quella meraviglia, che un autore come Malick insegue nei suoi ultimi film.
Molto è quello che danno, a chi è ben disposto a ricevere, anche Massimo D'Anolfi e Martina Parenti: il loro Spira Mirabilis porta a compimento un percorso di ricerca rigoroso e radicale, in un'opera aliena al panorama del cinema italiano e ancora più estranea alle logiche di mercato a cui soggiace buona parte della cultura e dell'informazione in Italia. Il loro viaggio lungo la spinta verso l'immortalità dell'uomo scardina le costruzioni drammatiche stabilite e lascia lo spettatore libero di ripensarsi attraverso l'atto (che comprende il gesto e il pensiero) del bene compiuto dall'uomo, dalla coppia, da un popolo e una cultura. In questa sfida etica sta una nuova riformulazione dell'essenza stessa del cinema indipendente, ancorato ai minimi gesti per scardinare un intero sistema.
Maestro in questi gesti eversivi è il regista iraniano Amir Naderi, fautore di un cinema resistente e vigoroso, che con Monte inscena il racconto dell'ossessione di un uomo solo pronto a sfidare la natura stessa pur di diventare protagonista del proprio destino. Il film, girato in Trentino Alto Adige, è anche una sfida del produttore Carlo Hintermann nel riuscire a mettere in relazione grandi autori della contemporaneità con il nostro "poco ospitale" sistema cinematografico. Per l'occasione presentiamo in esclusiva un diario dal set accompagnato dal servizio fotografico di Federico Vagliati.
Sia Spira Mirabilis che Monte usciranno nelle prossime settimane al cinema grazie a distribuzioni coraggiose, IWonder e la società dello stesso Hintermann: del primo (in sala da oggi 22 settembre) sappiamo già che la città dei due registi, ovvero Milano, accoglierà il film in una sola sala, il cinema Eliseo e a un solo spettacolo, alle 15.30. Forse la rivoluzione, nei confronti di chi ha monopolizzato e avvilito il nostro sguardo, riparte da gesti come questi: andare in sala alle 15.30, come atto di militanza, come gesto di libertà. Se ne esce con occhi nuovi.
Daniela Persico // Alessandro Stellino