Quella trasmissione sui marziani… Adesso almeno va un po' meglio, ma c'è stato un periodo in cui una persona su due, incontrandomi per strada, mi diceva: «Ehi, Orson, come sta l'uomo di Marte? Quand'è che ci farai ancora paura? Ah! Ah! Ah!». Ma il tempo è un grande guaritore e vi sono oggi milioni di persone che non sanno neppure che cosa è successo quella vigilia di Ognissanti, alla radio americana… A quel tempo, vedete, la radio era qualcosa… Qualcosa come un grosso mobile nel vostro salotto, un po' come quello che è oggi la televisione… e occupava un posto importante nella vita delle persone. La radio, prima che arrivassero i transistor, non era soltanto un rumore nelle tasche del vicino, era un'espressione del Potere.
Fin troppo, d'altronde. Perlomeno secondo me. Pensavo fosse tempo di tirar fuori la lingua almeno a una parte di questo Potere. Questo spiega perché la trasmissione The War of the Worlds annunciasse al pubblico lo sbarco dei marziani nel New Jersey e la loro invasione del Paese… Era la vigilia di Ognissanti, non dimenticatelo, e al tempo della mia infanzia, nel Middle-West, era il periodo delle burle, il momento in cui si insaponavano le finestre, in cui si metteva la vacca del fattore Peckins sul campanile, in cui, quanto meno, ci si avvolgeva in un lenzuolo per andare a spaventare i vicini con una testa scavata in una zucca. Bene, così in quella famosa trasmissione ho fatto “Buh!” a parecchi milioni di persone sulla rete radiofonica, e la zucca scavata era un disco volante proveniente da Marte. L'unica seccatura è che un numero davvero importante di spettatori si era dimenticato che giorno era…
Avevo cominciato col presentare il complesso di Ramon Ramirez (inventato, naturalmente, per l'occasione): «Trasmettiamo dalla Sala Starlight dell'Hotel Astoria di Brookyn la musica più deliziosa dell'America del Sud per darvi il piacere di ballare». E improvvisamente Ramon Ramirez e i suoi Rythm Boys furono interrotti. «Interrompiamo la trasmissione per trasmettere un comunicato speciale. Un oggetto volante non identificato è atterrato in una fattoria nei pressi di Grovers Mills nel New Jersey. La Polizia e le Forze Armate di questo Stato si stanno dirigendo sul luogo dell'avvenimento. Restate in ascolto su questa stazione per ulteriori notizie. E adesso ritorniamo nella Sala Starlight…».
Ma non doveva durare molto… «Signore e signori, la zona intorno a Grovers Mills è stata circondata, ma una nostra unità mobile è riuscita ad avvicinarsi al disco, ed ecco adesso il nostro corrispondente, Jack Wexley, che vi racconta le sue impressioni dal luogo dell'avvenimento…». E nessun giornalista, in occasione di una catastrofe vera, fu mai più convincente dei nostri attori dai loro differenti posti d'osservazione fasulli dislocati in tutto il Paese per descrivere il terribile arrivo dei marziani invasori.
Ce n'era uno che sapeva imitare così bene Franklin Roosevelt da trarre perfettamente in inganno chiunque, e quando si mise a parlare – fingendosi a Washington – per chiedere alla nazione di restare unita e non farsi prendere dal panico… allora tutti si riversarono nelle strade… Almeno migliaia e migliaia di persone in tutto il Paese, molte delle quali, per ragioni oscure, avevano una salvietta sulla testa. A cosa potesse servire quella salvietta, proprio non saprei dirlo… Avemmo un primo sentore di quel che poteva succedere nel corso stesso della trasmissione, quando la sala di controllo cominciò a riempirsi di poliziotti. Avevano un'aria un po' stralunata: non sapevano come interrompere una trasmissione; così continuammo. Vi fu ogni specie di reazione…
I centralini di tutti gli osservatorî furono bloccati per giorni interi, e per settimane fu impossibile mettersi in contatto con un direttore d'osservatorio. Gli inquilini di un palazzo aspettavano in strada, mentre una vedetta sul tetto descriveva loro l'arrivo dei temibili marziani; ed essi scapparono poi verso il Bronx, attraversarono Manhattan. A grande distanza, a San Francisco, una signora con i vestiti a brandelli entrò titubante in un commissariato di Polizia e disse ansimando: «Non posso raccontare quel che è successo… È troppo orribile», e si avvelenò, piuttosto che affrontare la vergogna della cosa. Per fortuna sopravvisse.
E qui, a Hollywood, John Barrymore stava anche lui ascoltando la radio. Posò il bicchiere di whisky, si diresse boccheggiante verso il suo canile privato, dove teneva un allevamento di grossi Danesi, aprì le porte e, mentre dava loro la libertà, gridò: «Sbrigatevela da soli!». E il grande e vecchio cineasta Woody Van Dyke, ufficiale di riserva nella Marina, quando seppe la notizia piantò tutto in asso, saltò in macchina e si precipitò al quartier generale della Marina per riprendere servizio attivo…
Questo mi fa venire in mente ciò che accadde alla Marina. La flotta si trovava nel porto di New York, e immediatamente dopo la trasmissione tutti i permessi furono revocati. Per questo mi sento in colpa. E i poliziotti in moto nel New Jersey… Il tempo era bello, quella domenica sera, tutti erano usciti in macchina e tutte le radio erano accese. Immaginatevi allora la scena: sotto lo sguardo allibito di tutta la polizia del New Jersey, tutte le automobili dell'autostrada cominciarono improvvisamente a correre a centocinquanta al'ora e nessuna accettava di accostare…
Nessuno dava retta ai poliziotti. Tutti si dirigevano verso le colline. Ma gli abitanti del paese di Li'l Abner non si accontentarono di andarci, ci sono pure restati. Anni dopo ho conosciuto un barelliere della Croce Rossa che mi ha detto che il suo lavoro era stato quello di persuadere famiglie intere che non c'erano i marziani al potere, e per riportarne a casa alcuni ci vollero ben sei settimane.
Qualcuno ha osservato che tutto il panico per i dischi volanti si è prodotto nel mondo dopo quella trasmissione. I dischi volanti oggi non fanno ridere tutti. Esistono numerose testimonianze attestate da spettatori altamente degni di fiducia. No, la cosa non fa più ridere tutti. Ma fa ancora ridere la maggioranza delle persone. E una teoria vuole che sia colpa mia, che il mio lavoro sia stato quello di ingannarvi, di persuadervi che l'atterraggio fra noi di creature provenienti dallo spazio sia stato solo uno scherzo. In queste condizioni – poiché atterrano sempre più oggetti non identificati sul nostro innocente pianeta – sussiste ancora una certa tendenza al ridere. E restate felici finché potete. E fino al giorno in cui i nostri nuovi padroni non decideranno di comunicarvi che la conquista della Terra è terminata… io resto, come sempre, interamente al vostro servizio.
(Dichiarazione rilasciata il 30 ottobre 1968 durante il programma televisivo The Dean Martin Show. Riprodotta in Paolo Mereghetti [a cura di], Il cinema secondo Orson Welles, Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, 1977. Traduzione di Mirella Danesi Ravaglia.)