“Voglio fare un film sul fatto che non ci siano più distanze nel mondo”. Con queste parole Chantal Akerman racconta all’anziana madre il suo nuovo progetto, in una conversazione via Skype mediata dalla presenza della videocamera. L’immagine è disturbata, si fa progressivamente sempre meno definita e sempre più mossa, i riflessi della luce e un lento zoom trasformano a poco a poco il volto sorridente di una madre nell’occhio vigile di una figlia, nascosta dietro il suo mezzo di comunicazione con il mondo.
Le distanze che si stanno annientando sembrano segnare la fine del cinema, quello moderno a cui appartengono lo sguardo e le pratiche di Chantal Akerman, che per quarant’anni ha tessuto un ponte tra memoria ed esperienza, tra l’urgenza della prima persona e spietato impersonalismo, tra qui e altrove. No Home Movie, così si intitola il suo ultimo film presentato a Locarno 68: un titolo definitivo e profetico, capace di lanciare una sfida verso un cinema che ha perso la sua forza eversiva nella sovrapposizione smemorata di pubblico e privato.
E proprio in questa dialettica, così radicata nelle opere più indimenticabili della regista belga, sembra innestarsi un altro grande discorso, quello portato avanti dal maestro Aleksandr Sokurov, anche lui inaspettatamente attratto da Skype al punto da servirsene nel suo ultimo film Francofonia. La conversazione surreale tra il regista, nel suo ufficio-tempio di San Pietroburgo, e il comandante di un cargo, carico di opere d’arte e perso nel mare in tempesta, ci fa pensare alla forza e alla vastità della rete, mezzo di comunicazione potente, nuova arca di tesori cinefili, che sembra distruggere o conservare senza senso e senza coscienza, come l’oceano raccontato da Sokurov.
Film radicali che, mettendo a nudo il dolore dell’esistenza e della creazione, credono ancora (e nonostante tutto) nell’altrove, in un pubblico a cui confidare un mistero a cui si è cercato di andare sempre più vicino.
Pubblichiamo questo numero di filmidee in memoria di Chantal Akerman: la sera del 12 novembre, presso Galleria Meravigli a Milano, la ricorderemo con la proiezione del film Chantal Akerman, From Here di Gustavo Beck, in anteprima nazionale. Si tratta del primo appuntamento di una serie in collaborazione con Spazio Forma, cui faranno seguito proiezioni e incontri con i registi italiani del “cinema del reale”. Agli autori più rilevanti di questa nuova ondata (Pietro Marcello, Roberto Minervini, Massimo D’Anolfi e Martina Parenti) sarà dedicata parte della prima pubblicazione cartacea legata a filmidee, in uscita a dicembre: non una rivista, ma una sorta di annuario che prende il via da una riflessione sullo stato della “nuova cinefilia” e raccoglie le firme dei tanti, giovani autori che hanno contribuito ai nostri primi quattro anni di vita.