Viviamo tempi difficili. Meno di altri trascorsi in passato ma comunque difficili, in qualunque campo professionale ci si impegni, che sia il cinema o la ristorazione, l'edilizia o la manifattura. Ogni categoria lamenta lo stato di decadenza in cui versa il proprio ambito lavorativo e manifesta segnali di sconforto. Qualcuno si sforza di far sentire la propria voce, sottolineando le storture del sistema, in pochi si impegnano a proporre alternative. Molti si sono arresi, cedendo ai sacrifici imposti da un meccanismo che chiede tanto in cambio di poco, non assicura stabilità e non lascia intravedere certezze. Ci si può arrendere in due modi: sottraendosi ad esso oppure assecondandolo. Chi scrive ha tentato entrambe le vie, per poi rinunciare a perseguirle, prima una e poi l'altra, e ora si interroga sull'esistenza di una terza possibilità.
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