Vincitrice del premio della critica FIPRESCI nella sezione Panorama della Berlinale 2012, L’âge atomique è una pellicola enigmatica, profondamente dark e romanticamente disperata, un’opera che in poco più di un’ora riesce a condensare lo spleen adolescenziale e l’energia vitale che caratterizza l’età inquieta. Come accennato dalle suggestioni evocate dal titolo, il primo lungometraggio di Héléna Klotz trova la ragione del suo fascino nel rifuggire la vocazione realistica per addentrarsi in una dimensione fantastica e spettrale, nella quale le disillusioni di una piccola storia individuale si confondono con quelle della Storia ufficiale. Ciò che viene narrato è un voyage au bout de la nuit compiuto da due ventenni attraverso Parigi, filmata qui in maniera straniante e inedita, come una terra di nessuno lugubre e cangiante. Un simbolo abusato e ormai svuotato di senso dal marketing e dal turismo di massa come la Tour Eiffel, ad esempio, viene riconfigurato, in alcune visioni panoramiche, come faro che veglia sull’oceano urbano o al contrario come centro di controllo di un Panopticon metropolitano, al cui sguardo non è possibile fuggire.