Un esordio potente, questo della ventinovenne Maja Milos. L'aggettivo “potente” non va necessariamente inteso come “provocatorio”: in tempi di Spring Breakers e Bling Rings, un film serbo presentato (per ora) solo a festival (tra cui quello di Rotterdam e quello di Trieste) che si occupa di adolescenti dai comportamenti a rischio potrebbe piuttosto fare sbadigliare. Parte della forza del film sta nelle scelte esplicite adottate in alcune scene (la sequenza dell'attrice quattordicenne Isidora Simijonovic seminuda a quattro zampe che si atteggia a cagnetta è sicuramente disturbante e difficilmente dimenticabile), e la regista riesce a non scadere nella gratuità, evitando di trasformare il film in un banale pamphlet sul disagio e il degrado giovanile. Al di là della porta che la protagonista Jasna chiude dietro di sé per ballare, provare la biancheria sexy comprata dai cinesi e fotografarsi mentre si masturba, ci sono una madre disperata, un padre malato terminale e tutti gli altri parenti che sembrano lontanissimi da lei. Dietro l'apparente insensibilità della protagonista, Milos ne rivela anche la fragilità, mostrando il suo oscillare tipicamente adolescenziale tra capricci infantili e consapevolezza adulta. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il sesso e la droga rientrano tra i primi, mentre la maturità è evidenziata nei rari momenti in cui, come all'orfanotrofio e in ospedale, la ragazza si lascia finalmente andare a momenti di disperata tenerezza.