Per Variety il nuovo film di Matteo Garrone è dull (insipido, spento, fiacco…). Liberation tira in ballo invece Monicelli e Risi (e ci si chiede dove li avranno mai visti ma vabbé…). Nell’editoriale del numero post-Cannes i Cahiers, a firma di Delorme, liquidano in una parentesi e con un aggettivo ("insignificante") Reality. Questo per dire che le posizioni su Reality di Matteo Garrone non sono né unanimi né lineari. Eppure, al di là degli inevitabili sciovinismi che non temono nemmeno il confronto con quelli dei cugini d’oltralpe – ma ormai quando un film italiano si presenta a un festival è come se scendesse in campo la nazionale e tutti quanti a fare il tifo compatti e allineati come neanche ai tempi del PCUS – non si può celare un forte disappunto nei confronti del regista tornato in concorso a Cannes dopo i fasti di Gomorra.